HOMUNCULUS RES  "Andiamo in giro di notte e ci consumiamo nel fuoco"
   (2020 )

“Andiamo in giro di notte e ci consumiamo nel fuoco” è il quarto album degli Homunculus Res, formazione palermitana nata dieci anni fa dall’unione tra Dario D’Alessandro e i fratelli Di Giovanni con l’intento di giocare con tempi spezzati e arrangiamenti obliqui. Il riferimento principale della band è ancora il suono di Canterbury, tra rock psichedelico, pop barocco, jazz e avanguardia, per approdare in un jazz-rock estremamente dinamico e imprevedibile, non distante da schemi progressive, e arricchito anche da songwriting fresco, spesso intriso d’ironia. L’album, dieci brani per poco più di tre quarti d’ora di durata, si apre con l’ottima “Lucciole per lanterne” e prosegue con “Il carrozzone”: l’impressione è che gli Homunculus Res abbiano tentato, con successo, di semplificare la complessità del proprio sound attraverso un approccio più diretto e quasi orientato al mero divertissement, evitando tutti gli elementi di contorno che avrebbero potuto “appesantire” una proposta non sempre immediatissima. “Buco nero” e “Supermercato”, infatti, scorrono fluide nonostante strutture e arrangiamenti articolati, ma lo stesso accade a “La spia” e “Tetraktys”, con le loro note melliflue, e “La salamandra”, con qualche increspatura più rock. “In girum” e “La luccicanza”, tra i passaggi più interessanti del lotto, conducono verso un finale più morbido (“Non dire no”). Gli Homunculus Res tornano con un disco granitico, che potenzialmente potrebbe avvicinare al progressive e al jazz-rock anche gli ascoltatori meno avvezzi a certe sonorità: è il piccolo miracolo di “Andiamo in giro di notte e ci consumiamo nel fuoco”, che riesce a celare la sua complessità dietro una sottile patina di leggerezza. (Piergiuseppe Lippolis)