ARTICO  "Uscirne illesi"
   (2020 )

In una bolla che dista anni luce dalla godibilità che avete in mente sta compressa come esplosivo sul punto di deflagrare la frenesia malsana degli Artico, quartetto di Cosenza al debutto per Overdrive Records/Non Ti Seguo Records/True Bypass con le undici tracce di “Uscirne illesi”.

Prodotto dagli stessi Artico e da Overdrive con mix e mastering di Riccardo Pasini, è una granata che per ventinove minuti di urticante tensione non cessa di disseminare schegge e furia; al crocevia tra detriti sonici che pescano dall’hardcore come dall’emocore, imbastisce una variegata carrellata di demoni e fragilità materializzati in tracce abrasive, ferocemente indisciplinate.

L’impatto è violentissimo, figlio di una cieca veemenza che non flette nemmeno per un istante: si accanisce sulla vittima stesa a terra con una foga che è pura urgenza espressiva, sovente annegando sotto strati di rumore qualsiasi accenno di canzone ed ogni nascente melodia, elemento non assente, ma spesso derubricato ad orpello secondario. Di malleabile rimangono gli accordi aperti che trasformano “Purgatorio” in una ballata storta à la Latente, l’ingorgo di una “Incubi” memore degli Afterhours gloriosi, l’irruenza di una “Puzzle” non così lontana dal primo Teatro Degli Orrori, ma altrove a prevalere è una musica singhiozzante, spigolosa, sghemba, una sequenza ininterrotta di elettricità disturbata che prende forma in brani collerici di granitica concisione.

Conserva i lineamenti di molti padri, ma non somiglia a nessuno. Non copia, non cita, non riprende, non ripercorre: rimastica, piuttosto. Poi sputa un malessere che è tutto interiore, fatto di testi intimi e personali, declinati in un linguaggio che dell’emo conserva intatta l’afflizione (“Lo chiamavamo casa”) mentre mena fendenti che sono rasoiate furenti e disperate. Le sassate di “Nubi” e di “Quando arriverà il momento saremo stanchi” sono assalti impetuosi che ricordano indifferentemente gli unoauno o i Fugazi, ma capaci di rielaborare il tema da una prospettiva originale.

A ben guardare, esattamente quanto accade nella chiusura di “Schegge”, che inizia come i Massimo Volume, prosegue come i Morso, termina come i Fine Before You Came. Ma è un pezzo degli Artico, e nessun altro lo farebbe così. (Manuel Maverna)