GIANMARIA APRILE  "Rain, ghosts, one dog and empty woodland"
   (2020 )

L'album di Gianmaria Aprile, appena uscito per We Insist! Records, si apre e si chiude in poche mosse. Non ha un inizio, non ha una fine, nemmeno qualcosa in mezzo. E' un suono distinto e indistinto che vaga tra le varie tracce, collegandole, ma staccandole allo stesso tempo. Chissa' cosa vorrebbe comunicarci? Chissā cosa vorrei comunicarvi anch'io con questa recensione... Tra gli strumenti utilizzati dal nostro jazzista ce ne č uno che ho riconosciuto al volo: il guqin. Voi direte: "dai Matteo, non fare il sofisticato! Chi azz lo conosce il gucosa!". Ebbene, cari lettori, in Cina ho preso lezioni di guqin per un anno. E so direttamente quanto sia difficile suonare tale strumento. Aprile lo suona in modo non jazzistico (anche perché č uno strumento tradizionale), quasi lineare. Accarezza le note, posandole sulle corde, come se non volesse disturbarle. Ascoltando questo album, mi vengono in mente immense vallate su cui passeggiare, tra pioggia, fantasmi e un solo cane. Sperando non morda, consiglio vivamente l'ascolto di questo lavoro non unico, ma alquanto originale. La versalitā di Gianmaria, tra chitarra, guqin e effetti č qualcosa che colpisce subito le orecchie dell'ascoltatore. Bravo. P.S.: ho suonato il guqin solo un anno, poi il mio maestro me ne ha regalato uno, a patto di non tornare piu' da lui. Ha riconosciuto il genio. (Matteo Preabianca)