FROZEN FARMER  "Things to share"
   (2021 )

E’ lecito sperare che, oltre ai soliti Pausini e Ramazzotti, anche band di calibro nostrane possano un giorno avere, finalmente, risonanze oltreconfine? Sì che si puo!, soprattutto se vantano un fitto passato di esperienze, cooperazioni e valanghe di consensi come i varesini Frozen Farmer, i quali dal lontano 2009 macinano strade e palchi con lena appassionata.

Metteteci, poi, che il leader Francesco Scalise (voce e banjo) ha stanziato lungamente in America, respirando sonorità gloriose di folk verace, ed ecco che i conti tornano con l’esattezza e la convinzione di un’artista consapevole di aver assimilato bene le lezioni carpite.

Questa ricchezza introitata ha saputo distribuirla, ottimamente, nella sfera creativa della band, portando a compimento il quarto album “Things to share”. E come non dargli ragione che i dodici brani sono “cose da condividere” con noi, quando la chiave d’ascolto porta alla concordia pressoché totale e alla previsione di nuovi e rosei orizzonti?

Le porte si spalancano con l’andazzo pigro e solenne di “The lights”, ma il banjo di Scalise scalpita pronto a velare la stesura di “For someone” con leggerezza finissima, mentre in “Young man” spira un venticello west-coast.

L’aria, invece, si fa più pop-folk nelle briose “The Shore” e “Run”, con pizzicate di country-blues. C’è buon gusto persino nel placare un po’ i motori con le velature di “Fly” e “A new love”, lambendo echi Pink Floydiani col banjo.

La tracklist è un elogio alla crescita, alla natura, ai viaggi (e loro ne sanno qualcosa!), trattata con un narrato morbido, figlio di un cantautorato di classe internazionale come Wilco, Will Oldham, Jeff Buckley e sussurri di Iron&Wine.

Alle curve finali di “Another dream”e “Morning” i ragazzi virano a discreta velocità con estro frizzantino. Dopo sette anni da “Stay” l’attesa è finalmente terminata ma, con “Things to share”, i Frozen Farmer ci ripagano con gli interessi, con un disco p(l)atinato di grande ispirazione folk, frutto di un alacre lavoro di ricerca e miscelazioni, per definire un sound che già risuona d’avanaguardia a stelle e strisce, pronta per essere U.s.a.ta oltreoceano. (Max Casali)