BOB MALONE  "Good people"
   (2021 )

Bob Malone è un mago della tastiera con un’esperienza immensa maturata lavorando a fianco di tanti grandissimi. Primo tra tutti l’ex guida dei Creedence Clearwater Revival, John Fogerty, ma anche artisti del calibro di Ringo Starr, Avril Lavigne e Bob Seger.

Ma soprattutto Bob Malone è un personaggio d’altri tempi che regala live pirotecnici in cui l’abilità di strumentista si unisce alle sue qualità d’intrattenitore e a un modo di vivere la musica, forse un po’ datato ma vero e genuino.

D'altri tempi è anche questo suo ultimo album “Good People”, un disco che si potrebbe definire classico, inteso in senso positivo: tanti buoni brani, una voce educata ed ispirata, cori a puntellare i passaggi salienti, arrangiamenti curatissimi e suonati alla vecchia maniera, una ricetta che fa prendere all’opera il sapore dei vecchi vinili coperti di polvere che non ascoltiamo più.

Bob Malone ci trascina in un mondo musicale fatto di viscerali ballate per piano e voce, di motivazionali crescendo, di sanguigni rock-blues, il tutto condito da digressioni pianistiche e testi che sanno leggere le asperità della vita e sfiorarle con mano leggera.

Parole che raccontano di amicizia, di redenzione, di speranza, di fiumi che dettano i ritmi della vita: insomma un immaginario sicuramente non di prima mano ma sempre efficace.

In “Good People” troviamo otto composizioni originali, di cui una strumentale, e tre cover, che, se ce ne fosse bisogno, rivelano il retroterra musicale di Bob Malone. Infatti sono tre istituzioni della storia musicale rock-folk uscite tra la fine dei sessanta e l’inizio dei settanta, rivisitati per spostare dal centro dell'arrangiamento le chitarre e mettere il piano del mago Malone sotto i riflettori. Un’operazione per nulla scontata ma riuscita, che illumina diversamente “Oh Well” dei Fleetwood Mac di Peter Green, “Bad Moon Rising” dell’amico John Fogarty, rivitalizzando anche l’epocale “Tangled Up in Blue” di Bob Dylan.

Ma torniamo ai brani originali: l’attacco del disco è la title track “Good People”, un’autentica iniezione di fiducia nel genere umano con celestiali cori femminili che declamano “There's good people everywhere”. Composta insieme al produttore Bob Di Marco sprizza positività e speranza da ogni poro. Piano e voce per la notturna “Empty Hallways”, una storia di separazioni amare che sembra uscita da “Bring the Family” di John Hiatt.

Poi si passa al rock motivazionale alla Bruce di “All There Is”, a quello con il cuore in mano di “Head First”, al toccante inno all’amicizia “My friends & I”, alle peripezie strumentali di “Prelude & Blues”, alle cadenze rhythm and blues alla Stones di “Sound of A Saxophone”, fino all’evocativa ballad “The River Gives”.

Un disco che non conosce cali di tensione, godibile e smaliziato, suonato con il cuore da ottimi musicisti intervenuti in aiuto di Bob Malone che dimostra di essere, oltre che un abile strumentista che mette la perizia al servizio della narrazione, anche un navigato compositore.

Probabilmente non riuscirà a deviare il corso della musica ma sicuramente mi ha fatto venire voglia di togliere un po' polvere da i vecchi vinili. (Lorenzo Montefreddo)