DISTANT FIRES BURNING  "Inperspectycon Vol. 1"
   (2021 )

Distant Fires Burning è il moniker di Gert De Meester, musicista originario di Battel, la periferia di Mechelen, in Belgio. Dopo una lunga serie di esperienze in formazioni parecchio distanti tra loro in termini di proposta musicale, De Meester ha avviato il suo progetto elettronico nel 2007, riutilizzando il suo strumento, il basso, con un approccio sperimentale, per creare un sound unico e personale.

A ottobre, il musicista è tornato con “Inperspectycon Vol. 1”, un lavoro (uscito per Audiobulb Records) col quale intende riflettere sull’impatto devastante del coronavirus, in particolar modo sulle fasce più deboli della popolazione, e la disgregazione della società dovuta alla conseguente crisi.

Tutti i brani, cinque, sono stati realizzati durante il periodo pandemico, sfruttando il dialogo tra basso e sintetizzatori, e la durata totale del disco supera di poco i quaranta minuti, spesso caratterizzati da un’elettronica densa, un ambient scurissima capace di restituire un senso di inquietudine e claustrofobia che ben identifica il periodo al quale De Meester intende riferirsi.

“Book of Closure” si apre in maniera discretamente limpida, ma s’incupisce poco prima della metà del suo percorso. Le vibrazioni elettriche fanno il resto, regalando un finale pregno d’angoscia. “Book of Fragmentation” ha un suono più rarefatto, ma il pulsare sofferto della prima parte e il climax finale rappresentano un’evoluzione estremamente interessante.

A metà percorso si staglia la breve “DFB131”, prima di una ripartenza con i timidi colori caldi di “Book of Hope” e il finale coi suoni sghembi e spezzati di “Book of Rebellion”, che disegnano un finale del tutto nuovo e inatteso per l’album.

Con “Inperspectycon Vol. 1”, Gert De Meester si conferma musicista ispirato e tecnicamente valido: la speranza è che i prossimi (eventuali) volumi siano su questi livelli. (Piergiuseppe Lippolis)