THEODORE WILD RIDE  "Theodore Wild Ride"
   (2021 )

Tendenzialmente non considero i generi musicali divisi da steccati insormontabili o rigide categorie, sebbene nell'ascolto di questa proposta strumentale dei francesci Theodore Wild Ride, formata da sei tracce, direi che l'ascoltatore viene introdotto in un "ambient" privo di riferimenti spazio-temporali, che possono trovare luogo negli sconfinati orizzonti naturali dei paesaggi americani (l'art work della copertina ne è testimonianza...) e quindi portare ad una riflessione sulla natura primordiale dell'uomo.

Emerge subito una commistione di sonorità occidentali ed orientali caratterizzate dalla presenza dell'oud ed ottenute con un ottimo pianoforte trattato immerso in elettronica calibrata.

Trattasi (l'oud) del capostipite mediorientale di quel gruppo di strumenti cordofoni che, attraverso la Spagna, sono entrati nella tradizione occidentale (liuto)... un suono caratteristico e non troppo etnico, con quei quarti di tono che ne escono, non avendo tasti, in modo ipnotico...

C'è una notevole ricerca nel calibrare ed ottimizzare le sonorità per avere maggiore potere evocativo, e si sente... La prima traccia (''Little house'') ne è una mirabile prova assieme alla terza traccia (''Paoha''); entrambe spiccano sulle altre... una maggiore presenza di riferimenti ritmici sarebbe stata forse auspicabile, ma comunque il bersaglio è centrato. (Voto 7 e 1/2). (Roberto Celi)