FRANZ CAMPI  "Il sentimento prevalente"
   (2022 )

C’è un aspetto primario che andrebbe sempre tutelato negli artisti poliedrici: la fitta mole d’esperienza accumulata ed impiegata con quella spinta passionale che permette di non barare per esprimere, cosi, una matrice stilistica corale senza trucchi e senza inganni.

Poi, trovi personaggi come Franz Campi che si è prodigato in tanti anni d’onorata carriera in molti spettacoli dedicati (tra l’altro) a Gaber e, soprattutto, a Fred Buscaglione, uno dei suoi principali ispiratori. Tutto ciò, gli ha permesso di essere riconosciuto come grande narratore cantautorale, elevandolo a ruolo di alfiere scritturale.

Uno dei segreti di Campi è principalmente la consapevolezza che, all’atto di cantare un brano, lo stesso non sarà più suo ma del pubblico, e se un artista comprende quanto sia fondamentale scrivere canzoni senza mostrare il proprio pensiero, saprà che l’importanza di una canzone sarà tale quando il fruitore la farà sua.

Anche il nuovo album “Il sentimento prevalente” conferma totalmente quanto il Nostro ami scoprire, braccare, inseguire ed afferrare i segreti delle storie e della vita, con una dozzina di narrazioni eleganti e concrete, senza artifizi di sorta ma impacchettati con spirito genuino, artigianale, che profuma di estrosità.

Il singolo “Fragile” muove identità di tango, con l’occhio rivolto a Paolo Conte, mentre il successivo folk ci fa “Respirare” buona aria narrativa, ed è evidente come “Questa vita” Lui la insegua senza tregua, come un detective instancabile, con la lente giusta per capirne la sua grandezza e le molteplici sfumature che ci offre a raffica.

In un’altalena d’ironia ed un retrogusto d’ottimismo, l’artista bolognese ci ricorda sottotraccia di “auscultare” bene i segnali che ci manda la vita per tentare di individuarne la vera fonte per evitare, conseguentemente, errori di interpretazione.

Certo, non abbiamo vita facile, ma se non ci si dimentica di innestare amore nei risvolti giornalieri, il compito sarà meno arduo. Non mancano nemmeno episodi ludici come “Stammi bene” e la conclusiva “Tigre a motore”, con gioioso andazzo zum-pa-pa-zum-pa-pa.

Avvalendosi del lodevole apporto di Max Tagliata (fisa), Enrico Guerzoni (violoncello), del polistrumentista Antonio Vinci, dei Lovesik Duo e delle cornici vocali di Barbara Giorgi, Daniela Galli e Silvia Donati, Franz Campi ha forgiato un disco che non rivela aspetti rivoluzionari ma regala, senz’altro, un esimio aspetto testuale e narrativo dal sentimento globale come specchio del nostro “errare” (humanum est). (Max Casali)