SMALTO  "Niente di serio"
   (2022 )

L’impossibilità di eliminare dalle giornate la bellezza di fare musica e, al contempo, impiegarla a scopo terapeutico per approfondire i propri malesseri ed esternare fragilità, per affrontarle e sanarle, è l’intento (mica tanto nascosto) degli Smalto, duo nato dalle spore della band culto dei Mamavegas.

Da questa decennale esperienza, Matteo Portelli e Francesco Petrosino trainano svariati aspetti soprattutto nelle modalità ideologiche, nella conservazione dell’intesa e nella comprensione dell’interscambio delle idee.

Il frutto di tal processo, porta al debut-e.p. “Niente di serio”: un titolo che già sdrammatizza, palesemente, la seriosità della ricerca introspettiva, laccato dalla voglia di una pittura che doni nuova vita progettuale. E, magari, Smalto non è nome scelto a caso.

Nei 6 pezzi in lista, il duo si mette a nudo, riversando aspetti profondamente intimi che colpiscono per una grande, manifesta sincerità. L’ouverture spetta al synthetico singolo “Noi non veniamo”, dall’aria evasiva ma che incarna sofferenze latenti.

Poi tocca proprio a quella “Terapia” citata in premessa, che spruzza getti di massiva elettronica evocativa di videogames. Prendono di mira “Il male del secolo”, ovvero l’ansia che si è impadronita delle nostre aspettative, del nostro cuore, delle nostre anime in pena.

Invece, la minimal-ballad “M’ammazzo” delinea tratteggi di pregevole indie-pop, ma quando i due riprendono quota con “Distante” è... vicino ed empatico il narrare del singer Mr. Milk, presente in altre 3 tracce. Serrano poi i battenti con la gommosa “Liliana”, che si specchia nel fiume del synth-pop, masticato con fresco maltolo assemblativo.

Tracciando la scia dei Coma_Cose, il make-up degli Smalto sa, però, spandersi verso estetismi illuminanti, frutto di un impegno alacre e mai raffazzonato e sciatto, con smerigliate che brillano spesso di dettagli piacevoli e orientati verso mete lodevoli e terapeutiche. Il tutto, senza passare dalla farmacia ed assimilabile senza prescrizione medica. (Max Casali)