INTERPRETI VARI  "Congarbo"
   (2006 )

E’ appena uscito un bel doppio tribute album, dedicato a Garbo. Due cd dove vari artisti si cimentano con le sue canzoni, dandone spesso una rilettura originale. Questo lavoro discografico s’intitola “Congarbo” ed è ricco di buone performance. Un modo utile non solo a riscoprire le canzoni di questo artista dallo stile decisamente particolare ma anche per conoscere altri interpreti che hanno dei punti in comune con lui. Tra gli artisti che hanno deciso di sposare questo progetto musicale troviamo Baustelle, Andy (Bluvertigo), Madaski (Africa Unite), Delta V, Boosta (Subsonica), Ottodix, Lele Battista, Mauro Giovanardi (La Crus), Georgeanne Kalweit, Valerie Dore e molti altri. Non siamo di fronte ad un album fatto con scopi prettamente commerciali, si tratta di un progetto genuino per omaggiare un artista tra i più lungimiranti e futuristi del panorama canoro italiano. Non mancano i suoi maggiori successi ma anche canzoni meno conosciute, oltre a tre bonus cantati dallo stesso Garbo. Ne è passato di tempo da quando, il 21 settembre 1981, uscirono in contemporanea due dischi destinati a fare storia: Franco Battiato pubblica "La Voce del padrone", che venderà un milione di copie (uno degli album italiani più venduti di sempre); un ragazzo praticamente sconosciuto, Renato Abate in arte Garbo, milanese, esordisce con "A Berlino... va bene", dopo che nei mesi precedenti aveva aperto proprio i concerti del cantautore siciliano. Un debutto in classico stile "Bowie", con il brano omonimo che gli regala subito la patente di new waver di culto. Un artista che ha continuato a fare musica anche senza rimanere sotto ai riflettori. Tra le canzoni meglio rappresentate in questo disco: “A Berlino… va bene”, reinterpretata da Boosta, e “Grandi Giorni” interpretata da A. Zannier e Georgeanne Kalweit. Sono comunque tante le perle incluse nel doppio cd. Le stesse sembrano non risentire particolarmente del passare del tempo. Le sonorità dei synth danno ancora un che di innovativo. Buona, poi, la scelta dei brani che portano a farci effettuare un percorso fatto di tanti scatti fotografici legati alla carriera di Garbo. E' passato un quarto di secolo da "A Berlino... va bene", nozze d'argento con la musica che ben pochi artisti in Italia possono vantare. Garbo è sulla scena da 25 anni, musicalmente parlando un'eternità ed oggi un nutrito gruppo di band e artisti cresciuti con la sua musica decide di omaggiare uno dei cantautori più longevi e sperimentali del pop italiano. Da notare come Garbo sia sempre stato coerente con quanto fatto nel passato. Non ci sono enormi divari tra un album e quello successivo, semmai tanta voglia di ricerca, di dare all’ascoltatore alcune canzoni interessanti ed al passo con i tempi. "Congarbo", compilation uscita a fine novembre - pubblicata da Photographic, recording booking e management dell'artista, e distribuita Venus - vede la presenza di tutti i nomi più importanti del panorama elettronico attuale. Oltre alle rivisitazioni del suo repertorio, il doppio cd contiene come detto tre inediti dello stesso Garbo: "Comme d'habitude", versione francese originale da cui deriva "My Way" di Frank Sinatra (dalle session di 'Blu'); "Garbo", brano con musica dei Delta V che appare qui in versione jazz, e infine "E non so perché". "Quando sono stato messo al corrente di questo progetto ho provato sentimenti forti e diversi tra loro. Da una parte stupore... in fondo non sono mai stato un idolo da classifica o un cantautore classico di tante generazioni. Dall'altra è un piacere enorme sapere che tanti artisti si sono cimentati in qualcosa che ho disseminato nell'etere in tutti questi anni. Voglio ringraziare uno a uno tutti i musicisti e gli amici che hanno realizzato questo lavoro per me così gratificante e significativo". Artisti che hanno alle spalle diversi percorsi musicali si ritrovano insieme per un omaggio che vuole essere originale e non legato ad alcuno schema, e che anzi lascia ai partecipanti la massima libertà creativa di reinterpretare nel modo più personale possibile 25 anni di carriera. Tutte le diverse stagioni della musica di Garbo sono ben rappresentate: insieme a cavalli di battaglia come "A Berlino va bene", "Il Fiume", "Quanti anni hai", "Vorrei regnare" trovano spazio anche episodi più intimi e meno conosciuti come "Un Graffio", "Australia", "Un Bacio falso" e "Forse", questi ultimi due episodi come testimonianza della sua produzione più recente. Con il suo ultimo fortunato "Giallo elettrico" (2005) infatti Garbo è rientrato prepotentemente nel giro del music business, ma il suo in realtà non è un ritorno, perché l'artista milanese non se n'era mai andato. Dopo i fasti degli eightees negli anni novanta ha lavorato "sottotraccia" con etichette indipendenti, producendo dischi sperimentali e dando vita al movimento letterario del Nevroromanticismo. Influenzato da grandi nomi dell'elettronica e wave mondiale come David Bowie, Japan, John Foxx, Nick Cave e Roxy Music, "A Berlino... Va bene", il suo primo album, trova il consenso unanime di pubblico e critica. Il disco esce al termine della fortunata tourneè con Battiato negli stadi di tutta Italia (in termini di esperienza musicale e capacità di stare sul palco l'esperienza col cantautore siciliano si rivelerà fondamentale, così come l'amicizia con i Krisma di Maurizio Arcieri e Faust'o), e affronta tematiche scomode per il decennio di facile edonismo che andava iniziando, quali la nevrosi e l'indifferenza che fanno da contraltare alla tecnologia pronta ormai a invadere il mercato mondiale. Nel 1982 pubblica "Scortati", disco musicalmente più maturo, che presenta singoli di grande impatto come "Generazione" e "Vorrei regnare". Nel 1983 esce il singolo "Quanti anni hai?" con la partecipazione di Antonella Ruggiero dei Matia Bazar, ma la consacrazione artistica arriva l'anno successivo sul palco del Teatro Ariston di Sanremo, dove con "Radioclima" vince il premio della critica. Nel 1986 il passaggio dalla EMI alla Polygram è sancito dal quarto album "Il Fiume", ma alla fine del decennio che lo ha reso famoso in tutta Italia e non solo, desideroso di maggiore autonomia e libertà nella produzione dei suoi nuovi lavori, Garbo approda per la prima volta a una label indipendente, la Kindergarten Rec. Da questa nuova collaborazione professionale nasce nel 1990 il nuovo album "1.6.2.", nel quale il "classico" stile pop dell'autore, si fonde con la ricerca di nuove sperimentazioni musicali e linguistiche. L'obiettivo però è quello di arrivare a un totale controllo della produzione, e così nel 1992 nasce "Discipline", la sua label che esordisce con il doppio album "Macchine nei fiori" e "Cosa rimane... rivisitazioni (81-91)". Nel 1997 la completa libertà creativa e musicale porta Garbo a pubblicare "Up the Line", contemporaneamente alla fondazione del movimento del "Nevroromanticismo" che accoglie, tra gli altri, gli scrittori Isabella Santacroce, Tommaso Labranca, Tiziano Scarpa, Niccolò Ammaniti e Aldo Nove. Dopo il grande e meritato successo negli anni '80 e l'attraversamento della decade successiva in maniera più defilata, l'inizio del nuovo millennio porta subito fortuna all'artista milanese: un nuovo corso che porta interessanti collaborazioni e una rinnovata ispirazione, riflessa anche dalla ripresa dell'attività live. Nel 2002 esce l'album "Blu", su etichetta Mescal, che rappresenta il ritorno di Garbo a un modo di fare musica più classico, almeno per quanto riguarda l'aspetto della produzione e del management. "Giallo elettrico" del 2005, che rappresenta il secondo capitolo di una trilogia dei colori, riconsegna definitivamente alla scena alternativa italiana un artista in gran forma. E' un progetto ad ampio respiro iniziato con "Blu", disco più introverso e cupo di "Giallo elettrico" che invece è un concept album sulla quotidianità. Dieci canzoni di pop elettronico, il cui filo conduttore sono le situazioni di una giornata comune che si alternano tra un brano e l'altro sotto forma di noises: ristoranti, metrò, toilette, negozi. Il disco vanta come ospiti d'eccezione personaggi di spicco della scena alternativa italiana: Morgan, Boosta dei Subsonica, Delta V e Luca Urbani dei Soerba: artisti di un'altra generazione che partecipano con entusiasmo al nuovo progetto. In questi anni di forte recupero delle sonorità eightees, il problema per Garbo non si pone nemmeno, in quanto il musicista milanese non hai mai rinnegato quell'era. "E' facile sparare addosso agli anni ottanta perché ritenuti di plastica, ma ogni stagione artistica ha le sue cose vere e le sue cose finte. La decade successiva per esempio è stata caratterizzata in gran parte dal fenomeno delle boyband, eppure nessuno dice che gli anni novanta sono stati di plastica. La realtà è che in quell'epoca sono venute fuori band di assoluto valore". In giorni in cui altri artisti contemporanei e di quel periodo, cercano di riaffermarsi attraverso i reality televisivi, più volte Garbo ha rifiutato di partecipare a programmi nostalgici, troppo distanti dal suo modo di intendere la tv. "E' un luogo comune che il musicista pop debba avere un rapporto privilegiato con i media, e la conseguenza è che per molti, se non appari, non stai facendo niente. A me preme fare dischi e stare a contatto col mio pubblico. Tutto il resto non mi interessa". (Andrea Turetta - babylonbus.org)