D.IN.GE.CC.O.  "Bacanadera"
   (2022 )

Un viaggio computerizzato, sintetico, tra suoni, ritmi e rumori dal richiamo sudamericano... Ci sono diversi aspetti, secondo me, che emergono da un disco come questo, alcuni controversi.

Durante l’ascolto di ‘Bacanadera’, ho pensato come l’elettronica sia, alla fin fine, una specie di interfaccia tra il musicista e lo strumento, che ha lo scopo di far passare sotto forma di composizioni, quella che chiamerei creatività sintetica, che ha sicuramente il suo fascino, ma anche qualche limite.

Il limite nell’utilizzo che ne fa D.In.Ge.Cc.O. mi appare come una sorta di celebrazione di un’indubbia abilità tecnica, ponendo ambient-i sonori, seppur in maniera intelligente, come alternativa a sani sforzi che ci vogliono per interiorizzare mondi e culture diverse da quelle di appartenenza.

Ho sempre pensato, inoltre, che sia una sorta di azzardo sintetizzare la realtà, o se si vuole, il mondo che ci circonda. A volte può essere affascinante estetica, ma la sostituzione tout court può apparire come una sorta di malinconica presa di distanze da gente e mondi dei quali non ci si sente parte.

Per fare un parallelo, avverto più o meno lo stesso limite nel comunicare via social con una persona con la quale non ho mai avuto rapporti diretti e che sta dietro un monitor ed una tastiera, da qualche parte là fuori, nel pianeta. Ecco: probabilmente il problema sta nella profondità della comunicazione, non la mancanza della stessa.

Non vuole essere comunque un processo alle intenzioni, ma il tentativo di spiegare delle sensazioni da un’altra angolazione, emerse durante più ascolti. Intendiamoci, questo è un disco ben suonato e piacevole, che mette in evidenza la cultura musicale di D.In.Ge.Cc.O., alias Gianluca D’Ingecco. Per certi versi è aggressivo, addirittura coraggioso, ma è forse la fredda elettronica che si scontra con il calore del Sudamerica e del sud Italia a creare dei vortici dai quali molti cercano riparo. Me compreso. (Mauro Furlan)