MODNA  "La mia seconda pelle"
   (2022 )

Sono particolarmente attratto dai dischi d'esordio poiché sono convinto che inglobino, spesso, una certa garanzia d'ascolto, per i contenuti riassuntivi di tanta esperienza accumulata e pronta per essere proposta con la cura dei dettagli che servono.

Benché l'artista lucano Modna (Mauro Tummolo) arrivi solo ora al primo album, ciò non deve ingannare, in quanto il suo background è un'agenda colma di vissuti live (opening-act di Marco Carta, The Kolors, Neri per Caso, Maldestro ecc.) ed affermazioni non di poco conto (vincitore del programma Tv "Stasera è la tua sera", terzo posto al "Premio arte d'amore" e finalista del premio "Palco d'autore" e molto altro).

"La mia seconda pelle" è senz'altro un album verace, autobiografico, con cute accesa in profondità e pronto per tributare un grazie al pubblico che lo ha sostenuto, ma è soprattutto un inno alla musica, autentico pilastro della sua vita: quella seconda pelle, appunto, che lo sostiene sin dalla verde età, complice il supporto sperticato di suo papà che lo ha sempre incoraggiato ad intraprendere il mondo delle sette note.

A supporto del progetto, Modna si avvale di Andrea Sandri per testi e musica, Walter Babbini alla produzione e una band di 6, ottimi, musicisti. Nei 10 brani in elenco, spiccano i due singoli : "Ti porerò a Parigi" e l'opener "Fino al limite". Nel primo, il Nostro ci invita a non farci mancare mai l'occasione di esprimere le emozioni e di donare cose belle a chi le merita prima che sia troppo tardi, mentre il secondo è un substrato di ricordi, di quelle notti d'estate attese fino all'inverosimile per calarci in un sogno sotto le stelle per contemplare di osare qualcosa in più nelle nostre vite, rinunciando, talvolta, al rifugio della comfort-zone: rassicurante sì, ma non esplorativo ed avventuroso.

Il suo è un pop cantautorale tra il delicato scrivere e la vigorosa espressione. ma si avverte come dia sempre il meglio di sé per arrivare a toccare le corde dell'anima, come si evince ne "Il giorno giusto" come in "Tutta la notte", "Certe promesse" o "Ogni tua carezza" (vellutato omaggio a sua madre). Invece, in "Pianeti diversi" arricchisce il sound di un'aere anni '80 che cattura all'istante.

L'amore striscia su tutta la tracklist ma senza intenzioni stucchevoli, bensì con una narrazione concreta, matura, lontano da maliziosi clichè, solo per far colpo ma di poca sostanza. E' una furbata che non gli appartiene e la sua onestà è tangibile, oltremodo, nell'ossatura di "Certe promesse"e "Lasciami stare".

La contemplativa ed incisiva "Resterò" lancia i titoli di coda su un'opera caparbiamente voluta e concepita per tre anni tra mille complicanze. Ma, alla fine, ce la consegna con tutti i crismi dell'efficacia autoriale, inscritta già nel suo DNA, e non solo nel nome d'arte: nomen omen... (Max Casali)