FRANCO TINTO  "Poetesse in musica"
   (2022 )

16 poetesse, 16 poesie, 16 canzoni. Questa è l'idea alla base di “Poetesse in musica”, album di Franco Tinto, che sulle parole scritte da 16 donne diverse, costruisce dei brani jazz dal sapore leggero e molto melodico. Tanti accordi di settima maggiore, raffinatezza e serenità, in un salotto con un tappeto bordò e vasi di kenzia.

Per la realizzazione del disco, Tinto ha suonato con il Poetry Sextet, con Annalisa Peruzzi alla voce, Fabio Penna al basso, Luca Chiaramonte alla chitarra acustica, Lucio Perotti al piano, Pier Paolo Ferroni alla batteria e Gabriele Coen a clarinetto e sax.

Le parole sono protagoniste dei pezzi, ma gli strumenti riescono a ritagliarsi il proprio spazio virtuoso, senza disturbare. Insieme al basso fretless di “Volo”, possiamo apprezzare l'assolo di sax nel brano d'apertura “Il jazz”, con un testo quasi didascalico per la proposta: “Il jazz, il jazz, il jazz mi appassiona e mi seduce, di note splendenti di luce”. Si parla quasi sempre d'amore, di passione, intimità, di “baciarci l'anima fino a sfiorare il cielo”, con a volte ritmi di bossa nova come ne “L'incantesimo del bene”.

Ma non è sempre tutto miele e sussulti di piacere, miagolati dalla cantante. Con “Matrimoni sotterranei” parte una riflessione intelligente, sulla convenzionalità dei rapporti: “Ci sono matrimoni che non si celebrano tra persone, ma avvengono tra anime. Trascendono la categoria dell'ostentazione, in quanto si nutrono reciprocamente della dimensione della profondità”. “Forse domani” all'inizio sembra presagire qualcosa di più pauroso, con l'introduzione in diminuito... poi invece si risolve di nuovo, nel morbido salotto.

Particolarmente ispirata la melodia de “Il regno dei miracoli”. Si accelerano i battiti con la quasi-klezmer “Parte tutto da un respiro”, con il clarinetto che gigioneggia ironico, rispondendo alla voce. Piccola puntata turistica con “Gli avi di Miyajima”, ispirata all'isola-santuario giapponese: “Sono ombre altalenanti le anime di Miyajima (…) scalano il vento con i cerbiatti”. L'ultima poesia si intitola “Sono nata con il cuore da guerriera”, cantando la propria determinazione: “Sono nata con il cuore da guerriera, se così non fosse sarei già a terra stremata, senza vita. Sono nata con il cuore da guerriera, sempre pronta a difendermi, sempre pronta a ribellarmi, totalmente incapace di stare zitta di fronte all'iniquo (…) che la guerra peggiore da combattere è quella che non riconosci tale, quella a cui t'abitui, è questa la guerra che non ho ancora vinto”.

Nonostante la bellicosità delle parole, la musica rimane coerente con lo stile placido di tutto il disco, si può forse cogliere una leggera ironia, anche nella scelta dell'accelerato vocale: “Non ho mai smesso di sventolare albe, le bandieredellapacedellalibertà e dell'amore”. Un esempio recente simile di accelerato è quello di Gianni Morandi in “L'allegria”, quando canta “Ci vuole quello che ci vuole quello che ci vuole”, trasformandosi improvvisamente in Giovanni Lindo Ferretti!

Tornando al salottino con le kenzie, “Poetesse in musica” è un disco leggero ed elegante, dove Franco Tinto costruisce un ambiente amichevole che cinge parole scritte da donne e cantate da una donna, nel segno del grlpwr! (Gilberto Ongaro)