GIUSEPPE SANTELLI TRIO  "Il sognatore"
   (2022 )

Non è mia abitudine tessere lodi sperticate per nessuno, soprattutto in campo musicale dove la componente soggettiva ascoltando un brano è molto variabile. Qui però attenzione... il disco in questione a mio parere rasenta quella linea dove oggettivamente non si può dire nulla di negativo...

Eh sì, perché la produzione, la ricerca del suono e dei timbri nonché delle ritmiche e, udite udite... finalmente dei ''finali'' dei pezzi, è curatissima ed eccellente!

Parliamo di "Il Sognatore" (bellissima l'immagine in copertina), dove il trio capitanato dal valentissimo pianista cosentino Giuseppe Santelli si esprime a livelli molto alti. Si tratta di otto tracce di solido jazz ma con diverse contaminazioni di world music, con riferimenti classici e latineggianti.

La dimensione compositiva è estremamente equilibrata, dato che tutti i brani del disco sono stati scritti da Santelli ed ognuno trae origine ed ispirazione da una storia, da un film o da pura immaginazione. Trovano quindi spazio elementi melodici, improvvisazioni, assoli e virtuosismi, il tutto sapientemente arrangiato in un fluire armonico ineccepibile.

Ho espresso talvolta la mia avversione per i finali tronchi, che concludono un brano lasciando un ché di sgradevole... qui i finali sono a volte con tonalità sospese o risolti. Il tocco pianistico del nostro musicista è limpido, ritmico e veloce; sa essere anche virtuosistico (ascoltare il brano che dà il titolo al disco per credere). Siamo peraltro in presenza di un artista con un brillante percorso di studi in Conservatorio e che vanta premi e diverse collaborazioni con nomi di spicco della musica jazz e non solo (Gilberto Gil, Rossana Casale, Manuel Agnelli fra gli altri...).

Alessio Iorio al basso elettrico e contrabbasso è capace di produrre sonorità morbide e ricche di sfumature, oltre che diversi notevoli assoli (in "Risorgere", in "Nuovo mondo") mentre Simone Ritacca alla batteria mostra una versatilità non comune nel padroneggiare ritmiche prettamente jazz, ma anche latine e rock. Il suo assolo in "Wallace" è perentorio ed apprezzo molto il suo drumming efficace e raffinato, i suoi tamburi e piatti sono fra l'altro quelli calibrati con timbri sonori fra i migliori che abbia mai ascoltato in ambito perlomeno italiano.

Tutti i brani del disco sono di valore e formano una sorta di collana, come se fossero ognuno una perla. Cito su tutti la traccia n.6 "Nuovo mondo", intensa e variegata, che rappresenta appieno il messaggio musicale del trio a mio parere. Particolare ed interessante la traccia n.7 "Wallace" (ispirata alle gesta del condottiero scozzese) con le sue veloci scale pentatoniche. Voto 8 e 1/2. (Roberto Celi)