SARA & SOGNO MEDITERRANEO  "Madrid"
   (2022 )

Passare la soglia di oltre un quarto di secolo d’attività è sempre e comunque un lodevole traguardo, soprattutto se il progetto riguarda un’orchestra che deve resistere alla volontà di tante teste per andare avanti.

Evidentemente, quella di Sogno Mediterraneo allestita da Carlo Vecchi, ha saputo recepire i buoni propositi di spirito d’appartenenza messi in atto e pronti per essere rielaborati nel 2015 con l’innesto della bravissima singer Sara Luzzi, per ribattezzare l’ensamble in Sara & Sogno Mediterraneo; ed oggi che il convoglio è cosi assestato, non si prevedono fermate intermedie, tanto è lanciato verso consensi crescenti, complice anche l’intreccio collaborativo con il pregiato autore Massimo Alessandri.

Il nuovo album “Madrid” non è altro che apprezzabile pop curato e gagliardo, che riesce (sovente) a fornire buoni spunti nei 12 pezzi inclusi, muovendosi tra pop, cumbia, reggaeton, dance e hully-gully. Come non lasciarsi trainare dalla fresca ritmia di “Madrid”, “Fuoco tequila bum-bum” o “Forever/Baby Jane”?

Chiaro che l’ugola limpida di Sara magnetizza anche le orecchie più smorfiose al genere, sbaragliando qualsiasi perplessità. Non resta che arrendersi e sventolare “Bandiera bianca”, al cospetto di un piglio esecutivo fluente con spolverate di cori e fisa. Invece, “Nella notte” la Luzzi passa la mano ad un collega per esprimere una cumbia palpitante.

Magnifica variante è la canzone terzinata di “Balla balla amore”, dal pathos adesivo. Poi, ci tengo a dirvi che, di questi tempi, abbiamo un po' tutti i timpani gonfi di reggaeton ma, se proposto in forma moderata con aspetti tex-mex, allora scaturisce la bella prova di “Uno come me”. Non si tira il fiato nemmeno dalla porta di uscita di “Amore aspettami”, pop lanciato su binari di fiati amalgamati in orchestrazione congegnata con indubbia esperienza.

In definitiva: 12 pezzi che si sorseggiano col piacere di una schweppes al limone, coi contorni di una estate infinita come questa, col solleone che non fermerà di certo il gusto di muoversi col brio di “Madrid”. E chissenefrega del sudore che cola… (Max Casali)