MASEENI  "Canzoni d'amore del terzo tipo"
   (2022 )

Da qualche parte tra Brunori Sas e Riccardo Sinigallia, a metà strada tra it.pop di seconda, terza, quarta generazione ed un cantautorato desueto tanto amabile nella sua veste così vintage, “Canzoni d’amore del terzo tipo”, su etichetta Porto Records, vede l’esordio solista del ventottenne Lorenzo Masini, artista romano con mille vite ed altrettanti percorsi - artistici e non - alle spalle, qui al debutto in proprio sotto il moniker Maseeni.

Prodotto da Mattia Dallara e Francesco Ponz, con l’ausilio di Marina Cristofalo (Lilies on Mars) e Alfredo De Luca (Mammaliturchi), il nostro pennella otto tracce più che essenziali in punta di chitarra & synth, muovendosi sì dalle parti del pop di cui sopra, ma tratteggiando contorni ben più ampi, tessendo talora armonie simili a soundtrack di vecchi film (“Dimenticarti”) o disegnando suggestivi bozzetti memori del tempo che fu (“Superblu”).

Leggero e disimpegnato, l’album infila una serie discretamente impressionante di ganci accattivanti: tutto assomiglia a qualcosa che – in fondo in fondo – hai già sentito, ma poco importa. Conserva intatto un piglio scanzonato, ma non troppo; uno humour pungente, ma non troppo; una verve sardonica, ma non troppo.

Spinge con garbo e misura sulle leve che meglio conosce e padroneggia: una pigrizia sorniona, ritornelli spesso di facile presa, spunti brillanti quanto basta a rifinire un disco gradevolissimo, che per una mezzoretta scarsa intrattiene con brio, ma senza strafare, gigioneggiare, o cercare ad ogni costo il coup de theatre. Si accontenta, piuttosto, di proporre nel suo crooning un po’ bislacco storie smozzicate di ordinaria introversione, condite da quel filo di nonsense che striscia sotto la superficie e non disturba affatto.

Non occorrono grandi magheggi o trucchi cervellotici: tra l’apertura amara à la Rino Gaetano di “Mi hai lasciato solo il cane” e la chiusura così cinicamente riflessiva di una “La fine del mondo” che piacerebbe a Niccolò Contessa (l’odio è una cosa bellissima e fa per te/e poi lo puoi abbinare con tutti i colori/ti riscalda d’inverno, ti rinfresca d’estate/e se c’è aria di crisi te lo vendono a rate/mentre il disco di Lou Reed non smette di girare), bastano la love song sui generis di “Quasi due innamorati” o l’aria battistiana di “Non ti batte più il cuore” per riportare tutto a casa, con una semplicità naïf che fa un gran bene all’anima, anche se si diverte a tirarti le orecchie. (Manuel Maverna)