FRANCESCO BRUNO & SILVIA LORENZO  "Onirotree"
   (2022 )

Qui si incontrano due ambiti diversi, con un esito particolare: la ricerca di canti tradizionali, e il jazz. Silvia Lorenzo conosce un repertorio di melodie di cui spesso si è perso l'autore, mentre Francesco Bruno le rielabora per suonarci col trio chitarra, contrabbasso e batteria. Ne sono usciti così dieci brani-suite dal doppio titolo, in dialogo fra melodie antiche e un arrangiamento sempre delicato, anche in fase di improvvisazione, pubblicati nell'allbum “Onirotree”.

“Wedding song”, ad esempio, unisce un ottimistico brano con virtuosismo chitarristico, alla melodia “Cinquecento catenelle d'oro”. “Onirotree”, che significa “albero del sogno”, recupera invece un tema d'autore, cioè “Nanourisma”, di quell'istituzione per la cultura greca che è Manos Hadjidakis. “Chanson de la Fôret” contiene la melodia “Rossignolet du Bois”, dal sapore medievaleggiante per via dei gradi della scala dorica, che Lorenzo tocca con la voce. “In a starry night” contiene una ninna nanna in un dialetto italiano, mentre “Numi Numi” contiene il secondo tema d'autore, “Layla Layla” di Eric Cl... ops, scusate, di Zeira Moredchai, che fu compositore israeliano.

“Who stole my heart” è una melodia che davvero ruba il cuore, “Se Essa Rua”. Con “Heia!” si torna a un clima festaiolo, con una melodia sarda, “Anninora”. L'arrangiamento costruito però, suona chiaramente più africano. “Cade l'uliva” sono le parole ascoltate in “Like the waves”: “Cade l'uliva, non cade la foglia, le tue bellezze non cadono mai. Sei come il mare che cresce la onda, cresce per vento, ma per acqua mai”. È un altro brano dagli strumenti che sussurrano, ma che zitti zitti intessono delle progressioni armoniche non scontate: “E tu sei come l'erbo tenerino, quanto più cresci più diventi bellino”.

“Where love begins” applica coordinate mediorientali, mentre Silvia Lorenzo canta “Aman Minush”, dal ritornello incalzante e intrigante. Chiude l'album “Violeta”, unico brano dal titolo singolo, che ci congeda con frasi dilatate dalla melodia, e un malinconico assolo di fisarmonica: “Quando questi prati scuri si copriranno di foglie e di neve / quando i miei pensieri bui potranno sciogliersi in un canto lieve / io mi coprirò di azzurro e di campane / che nell'acqua immensa e pura, persa intorno a me / potranno farmi ridere e ancora ridere. / Tu senti come chiama la mia terra / fatta di aquiloni e stazioni senza tempo, / che piano il fuoco brucerà, come questa notte”.

“Onirotree” è un disco gentile e sognatore. (Gilberto Ongaro)