PAOLO MARRONE & MASSIMO GERMINI  "E invece non finisce mai..."
   (2022 )

Trenta brani dedicati all'amore, tredici dei quali sono stati rivisitati in una versione semplice, composta di pura acustica tutta voce e chitarra. È nato così "E invece non finisce mai", un omaggio che Paolo Marrone, assieme a Massimo Germini, ha voluto dedicare ad uno dei più grandi cantautori di ogni tempo, Roberto Vecchioni.

Tredici brani compresi nell'arco di tempo lungo oltre mezzo secolo dello straordinario compositore milanese: quei brani che, attraverso la chitarra, potessero rendere ancora più vivo e presente il tema dell' amore. Un connubio che, ha spiegato Paolo Marrone, "è stato piacevole sin dagli inizi: la perfetta sintonia sullo sfondo di quanto lascia profondi sogni, fa a pugni con il dolore, ispira e segna per sempre".

In ognuna delle poesie di Vecchioni avvertiamo quello slancio, quella contemplazione, quell'essere intensità di animo. L' accordo che lentamente sale in "Il cielo capovolto (Ultimo canto di Saffo)'', è nel contempo preghiera e sguardo: ''che ne sarà di me e di te, che ne sarà di noi, l'orlo del tuo vestito, l'unghia di un tuo dito, ora che te ne vai".

Se ascoltiamo rapiti dalla magnetica forza dell'amore, notiamo il connubio tra un brano ed il precedente ed il successivo: ''Mi manchi'', uno dei più grandi brani di Vecchioni, del 1979, parte da quella mano che trema e dalla musica che resta negli sguardi della notte. Dalle distanze aperte e dai sorrisi che non sono più. La poesia struggente ed un canto che si ha davanti: e ''gli anni sono solo dei momenti''.

Cosa c'è di più grande che sognare quando si ama? L'amore è tutto un sogno che dura una vita intera: torna a salire di un tono l'accordo con cui Massimo Germini apre ''Sogna, ragazzo, sogna'': ''ti diranno parole rosse come il sangue e nere come la notte, ma non è detto, ragazzo, che la ragione sta sempre col più forte. Stringi i pugni ragazzo, e non lasciargliela vinta''. Perché in amore non puoi fare a meno di combattere, e fermarti neanche per un momento. Questo celebre motivo del 1999, è la lirica dedicata ad un amore ferito e alla difficile scelta di curare queste ferite con la sola perseveranza. "Sogna ragazzo, sogna, quando lei si volta, quando lei non torna".

L'amore viene celebrato quando è presente, ma quando invece finisce cominciamo a capirne il vuoto solo all'annuncio dell'imminente addio. ''Gli occhi neri e la bellezza che si incarna nei tuoi fianchi, canto di sirene e canto di opportunità con trucchi da vecchio'', recita ''La bellezza'', una celebre ballad vecchioniana adattata con la maggiore semplicità possibile. Lirica sublime in ''Vorrei'': la dichiarazione di sentimenti che ora erompe, forte di questa semplicità. "Tu sei bella anche se non ridi, sai cadere quasi sempre in piedi, io non ho la giacca ed il coltello, ma sul mio viso il tuo sorriso è bello".

La voglia di ricominciare sarà la costante di tutta la seconda parte del disco, in cui le emozioni maggiori le avvertiamo in ''Figlia'', colloquio intensissimo sulla sofferenza, e ''Viola d' inverno'', impreziosita anche dai due intervalli di armonica di Mauro Pagani. I confini supremi dell'amore sono purezza e verità: quando si vince si è sublimati dall'avere raggiunto, ma quando invece finisci sconfitto, potrai vincere solo se saprai accettare.

Il lavoro, che in copertina si avvale della fotografia scattata da Renzo Chiesa, maestro della fotografia milanese, si conclude con due splendide interpretazioni, ''Dentro gli occhi'' e ''Luci a San Siro'': le immagini del più grande dei sentimenti senza macchia davanti ad ogni cuore. (Leo Cotugno)