NONMIPIACEILCIRCO!  "Tatha Gate"
   (2022 )

Come Quentin Tarantino ha dichiarato che avrebbe girato dieci film e poi basta (e staremo a vedere se sarà davvero così, ora è a nove), così hanno deciso di fermarsi i NonMiPiaceIlCirco! Giunti a “Tatha Gate”, il duo decide che il proprio percorso multimediale ed interattivo è giunto al completamento.

I principi del Buddhismo vengono espressi tramite musica, immagini e parole. Partiamo dalle immagini: si tratta di 12 dipinti di animali in via d'estinzione: kiwi, gorilla, balena... 12 tessere colorate in rosso-grigio o giallo-grigio. Ad ogni immagine è abbinato un testo da leggere. Qui si parla di morte, e di coscienza, ravvisando forse anche apparenti contraddizioni di pensiero. “Consciousness” inizia con: “You are going to die and you even know it”. Ma in “Name and form” si dichiara: “We are, we do not die”. Noi siamo, noi non moriamo. La contraddizione è forse nel distinguere il corpo e la percezione di sé.

Nulla è come appare, “No one notices that the world is not the world”. E tutti i testi sono tra loro collegati, come tutto è legato insieme, nell'apparente dualità della realtà. E le musiche? Sono un misto di suoni ipnotici, dal suono elettronico ossessivo di “Ignorance”, al ritmo ipnotico di “Feeling”; le tracce sono strumentali, i testi non sono cantati. Ognuno può recitarli o cantarli sui brani, e il duo di Matteo Preabianca e Liang Siqi spinge a questo: invita all'interazione degli ascoltatori, a inviare a loro le proprie interpretazioni, sulle quali poi il duo può lavorare. L'organico è ricco: Preabianca suona tastiere, flauti, ukulele, berimbau, basso e tanto altro, e ad un certo punto usa la voce gutturale da monaco tibetano. Siqi suona glockenspiel, violino, gamelan e altre tastiere.

“Craving” contiene, tra i suoni sintetici, una voce femminile chiaramente pornografica, orgasmica, e il testo scritto parla di desiderio di consumarsi in tutto ciò che è terreno, nella gioia di tutti i sensi. Eppure, nei brani precedenti, si affrontava il dolore e la necessità della sua accettazione. Piacere e dolore, lussuria e castità. Sembra che le contraddizioni siano contemplate, nel tutto. I testi e le immagini sono 12, ma le tracce sono 14, ce ne sono 2 slegate: l'introduttiva “Intro in Order”, e l'intermezzo “...and attachment”, la quale crea un senso di vuoto, con i suoi suoni statici.

“Becoming” ospita la voce gutturale detta prima, e c'è una curiosa riflessione tra le parole non pronunciate: “Be careful, the lotus and human waste come from the same place”. I tintinnamenti di “Birth” giocano a deformare una sonorità da culla, in qualcosa di straniante. E il testo dice che la nascita è qualcosa che ci viene inflitta. Questo ricorda tanti pensieri di Franco Battiato, quando parla dei giardini della preesistenza, dove eravamo immateriali e quindi liberi, mentre poi siamo “precipitati” sulla Terra, e intrappolati in questo corpo fisico. Che poi è il concetto ripreso in “Soul”, un profondo film Disney.

Disney, Battiato, Buddha, NonMiPiaceIlCirco!, e forse anche David Lynch. Tutti stanno parlando, in modi diversi, della stessa cosa. Ed infine, se le tracce visibili sono 14, nel documento con le immagini e i testi compare una quindicesima traccia: Noble Silence. La traccia più lunga, nonché la più facile da registrare: non c'è! Una non traccia, che richiama a fare silenzio dopo l'ascolto, e a meditare. O forse la traccia dell'oblio, del progetto NonMiPiaceIlCirco! che ci saluta. (Gilberto Ongaro)