MILITIA  "Macdara(s)"
   (2022 )

12 anni per dare alla luce un disco. Quando ci sono lunghe gestazioni di un LP, ci si aspetta una cura del suono maniacale, degli arrangiamenti perfetti, e un'accumulazione di idee, com'è naturale che avvenga nel tempo, che renda l'opera un affastellamento di cose molto diverse tra loro. Nel caso di “Macdara(s)”, sono vere le prime due aspettative, mentre l'ultima no: nonostante il tempo passato, i Militia sono riusciti a mantenere intatto un concetto coerente dall'inizio alla fine, gestendo il vario materiale di questo disco, uscito per Materiali Sonori.

Nata come opera multimediale, “Macdara(s)” parte dalle poesie di Macdara Woods, irlandese spentosi nel 2018, che aveva fatto a tempo a registrare la propria voce per lo spettacolo dal vivo, che prevedeva la lettura delle poesie, la musica dei Militia e la videoarte di Massimo Rossi. Anche quest'ultimo è scomparso, nel 2021: era docente di Digital Video, presso l'Accademia di Belle Arti di Firenze.

Completare l'album quindi, è anche un omaggio ai due artisti che hanno collaborato alla realizzazione. La musica è un antro oscuro, fatta di tanti suoni diversi, dalla fisarmonica che incontra l'elettronica in “Displacements”, ai bassi pulsanti e la chitarra riverberata di “Preface”, agli archi e clarinetto dell'elegante “Kavanagh in Umbria”, alla plumbea “Blessed Thomas of Prague” e così via. Tutto condito da un'intenzione industrial, e con la voce narrante di Macdara Woods. Il brano più sorprendente è “Caltagirone”, dove una viola viene distorta e incontra una chitarra dal suono nasale, e mentre tutto questo accade, compare il Coro delle Voci Bianche del Conservatorio Morlacchi di Perugia. In totale, hanno collaborato oltre 100 persone per realizzare questo lavoro; tra i nomi degli artisti noto anche i FASK, cioè i Fast Animals and Slow Kids!

Oltre all'unione di musica, poesia e videoarte, è uscito anche un libro, per Volumnia Editrice. Lavoro complesso che richiede un attento ascolto, “Macdara(s)” ha un'anima sperimentale, e sarebbe stato interessante assistere alla performance dal vivo. (Gilberto Ongaro)