ANNA JENCEK  "Saffosonie - Cantando liriche di Saffo"
   (2023 )

Un roboante fragore di gong, sonorità arcane, schiudono un immaginario scrigno pinkfloydiano di segreti. Bastano otto secondi per realizzare che non siamo nell'anfiteatro di Pompei. Un viaggio nello spazio e nel tempo ci ha portati più lontano. Siamo a Lesbo, nell'antica Grecia e sul palcoscenico dominato dagli elementi della natura va in scena Saffo, la poetessa, con le sue struggenti liriche amorose.

''Saffosonie'', già dal titolo, promette un'esperienza sensoriale teletrasportante: promessa mantenuta lungo tutto lo svolgersi delle otto tracce dell'album, dalle quali traspare una grande maestria tecnica di composizione ed esecuzione, ma dove prevale su tutto una forte carica emotiva a cui questo lavoro, a mio avviso, si affida.

Sorprendente la cura prestata all'architettura degli intrecci vocali dove il cantato, il recitato, e il sussurrato di Anna Jencek si rincorrono, incontrandosi a tratti col recitato, in lingua originale, di Matteo Chiarelli evocando efficacemente la carica emotiva, drammatica, passionale dei versi di Saffo.

La trama sonora, orchestrata da Dario Toffolon e arrangiata da Flavio Minardo, si svolge in ambienti suggestivamente colorati ora da tuono, vento e pioggia, ora da uccellini cinguettanti, insetti, ora dalle onde del mare. La musica, a tratti dolce, a tratti drammatica, sempre pervasa da un'avvolgente mood onirico, velatamente psichedelico, sostiene le parti vocali traendone energia e ad esse ricambiandola a sua volta.

Molto vario il panorama degli strumenti utilizzati: chitarra e sitar (Flavio Minardo), viola (Simone Rossetti Bazzaro), cornamusa (Jacopo Dentice) oltre a percussioni e varie sonorità campionate sia dal mondo classico occidentale che da quello popolare ellenico e mediorientale.

Un lavoro di grande spessore artistico che ad ogni nuovo ascolto riserva nuove sorprese ed al quale una recensione non può che rendere solo parzialmente un buon servizio. Un album da ascoltare con dedizione. (Dario Antonetti)