RAFFAELE SPIDALIERI  "Il segno dell'acqua"
   (2023 )

"Il segno dell'acqua" di Raffaele Spidalieri, pubblicato con Materiali Musicali, è un album che lascia davvero il segno. Un album corale, al quale hanno partecipato Mauro Grossi a pianoforte e tastiere, Luca Ravagni a fiati, tastiere e programmazioni elettroniche, Diego Perugini alle chitarre, Franco Fabbrini e Ares Tavolazzi a bassi elettrici e contrabbasso, Andrea Beninati, Gianni Cerone, Gianluca Meconcelli alla batteria e alle percussioni.

Che sia un disco suonato, e anche decisamente bene, e cantato, è evidente sin da subito. Un disco di quelli che speri spesso di poter ascoltare. Perché raccontare e cantare non è da tutti. Così come non è da tutti sfidare la logica e giocare con le parole.

In "Il segno dell'acqua" Raffaele Spidalieri lo fa in modo esemplare e intelligente. "La figlia del dottore" e "12 Magi" ne sono un esempio: qui vengono letteralmente sovvertite numerose leggi, persino della tradizione popolare. "12 Magi", in particolare, è una specie di racconto epico-gotico.

Quello del medico-cantautore di Campobasso è uno stile a metà fra Enzo Jannacci - rivisitato in chiave moderna -, Fabrizio De Andrè e Renzo Rubino: ascoltarlo conduce nelle pieghe più recondite del cantautorato italiano. Pieghe anche delicate, come in "Cloro", dove si respira un'atmosfera molto intimista e quasi retrò. Ne "Il viaggio" le suggestioni alla Fiorella Mannoia si materializzano.

Intendiamoci, Raffaele Spidalieri ha un proprio stile ben riconoscibile. Uno stile che è però rintracciabile nella tradizione cantautorale italiana e che, quindi, non può che ricordare i grandi nomi. "Fortuna" è un viaggio, mentre "Il re del mondo" (cover di Franco Battiato) e "Dimmi una cosa" travolgono con il loro ritmo incalzante.

"Il segno dell'acqua" è una sorta di intermezzo jazz che riappacifica con la parte più interna dell'anima: chi l'ascolta si può perdere nei propri pensieri, in un viaggio interiore dal quale non si vorrebbe ritornare mai. A proposito di viaggio interiore, si chiude con la delicata "Sul bianco e sul nero"."Il segno dell'acqua" è un disco che trasuda passione, sentimento, impegno, è un album maturo ma non vecchio. Un album che tutti dovrebbero ascoltare almeno una volta. (Cristiana Mariani)