STEFANO PANUNZI  "Pages from the sea"
   (2023 )

Leggo qua e là, in Rete, che uno dei riferimenti che sorgono spontanei per questo nuovo e quarto album del musicista e tastierista romano Stefano Panunzi (già con il supergruppo Fijeri) sia con il David Sylvian degli anni Novanta. E qui mi si rizzano immediatamente le orecchie, per non dire di peggio.

Penso che Sylvian sia uno dei talenti più fulgidi degli ultimi 30 anni, ed allo stesso tempo (ahimé) più sottovalutati. Senza far nomi, mi vengono in mente almeno una decina di artisti che hanno riscosso, nello stesso periodo, successi largamente maggiori senza valere nemmeno la metà dell'ex leader dei Japan.

E allora, diciamolo, parto positivamente predisposto rispetto a "Pages from the sea" senza averne ascoltata nemmeno una nota. Poco professionale? Sì, probabilmente avete ragione. Ma sono egualmente pronto a rinfoderare la mia stima preventiva, se la proposta non fosse all'altezza di cotanto paragone.

E invece... Invece capita che "Pages from the sea" di Stefano Panunzi sia un signor disco. Leggero, dolce, ma allo stesso tempo ricercato ed "alto", nel senso più profondo del termine. Scopro così che, se anche non fossi stato a conoscenza del paragone con il mio amato Sylvian, avrei ugualmente gustato questo disco come si fa con un ottimo vino. Perché qui c'è esperienza, freschezza, duttilità, e note che è letteralmente impossibile non amare. Panunzi ha composto un album di grandi aspettative, e nessuna di queste finisce disattesa, in maniera quasi miracolosa.

Progressive? Sì, ma anche ambient jazz, elettronica, e persino alt ed art rock. E allora si capisce che, in fondo, è assolutamente inutile attardarsi a rincorrere targhe e definizioni. Questa è bellissima musica. Meravigliosa. Che fa sognare. Al punto che stavo dimenticando di dirvi ciò che, invece, spingerà tanti a cercare ed acquistare questo disco. Ovvero l'incredibile parterre de roi che attornia Panunzi nelle 12 composizioni di "Pages from the sea".

Si passa da Jakko M Jakszyk dei King Crimson all'immenso Pat Mastellotto (King Crimson, O.R.k.), da Mike Applebaum (Ennio Morricone, Jovanotti, Zucchero, Tiromancino) a Markus Reuter (The Crimson ProjeKct). Devo continuare?

Insomma, fatevi un regalo. Trovate ed ascoltate "Pages from the sea" di Stefano Panunzi. Senza esagerare, questa potrebbe diventare una delle giornate più belle della vostra vita. Musicalmente, ma non solo. (Andrea Rossi)