recensioni dischi
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LEVY  "Light blue"
   (2019 )

Seconda uscita dei marchigiani LevY, “Light blue”, per la LAYELL Label, con otto nuove canzoni che restano nel filone indie rock internazionale. Tra l’amore azzurro della titletrack, e la battaglia quotidiana di “The battle of everyday”, il basso si nota sempre negli arrangiamenti, per il suo suono sferragliante. In “Real flowers” il mood si fa più aggressivo, quasi metal, accanto a una parte più alt rock à la Placebo, per quanto riguarda la chitarra. “Beautiful monsters” è un moderato dove ci riveliamo tutti come mostri, sia coloro ai quali ci rivolgiamo, sia noi stessi: “We are monsters, are those who don’t care for others”. Il cantato è doppiato da un coro in falsetto all’unisono, stile Good Charlotte. Nell’andamento serio di “Your apocalypse” c’è un battito rubato in strofa, e nel ritornello la velocità della batteria raddoppia, accrescendo l’intensità della voce. E’ forse il brano più forte degli otto. L’attenzione poi si fissa sulla batteria in “My treasure”, con quei colpi di rullante “fuori posto”, ma in “Losing to win” arriva una chitarra acustica e suoni di batteria elettronica, per un pezzo dal sound diverso dal resto dei pezzi. Anche il fondo di tastiera rende l’atmosfera notturna ma leggera. Il buio invece si fa profondo con “Jamie”, col basso distorto sotto parole di disagio: “I’m so tired of this fight, I love you more than myself”. Poco prima del ritornello, la chitarra sembra dare un bagliore luminoso, con un arpeggio dal suono brillante e in tonalità maggiore, ma è solo un’illusione; si torna poi nel suono ruvido e in minore. Sonorità ormai ben riconoscibili, porteranno presumibilmente i LevY a suonare di nuovo in Inghilterra, dove l’indie rock è di casa. (Gilberto Ongaro)