RICCARDO SINIGALLIA  "Incontri a metà strada"
   (2006 )

"Incontri a metà strada" è il disco che mancava per rendere ancora più unico il percorso artistico di Riccardo Sinigallia. Produttore, musicista, sound designer, autore di testi e musiche, instancabile collaboratore e ispiratore di buona parte della scena musicale pop-underground degli anni '90, inventore del suono "notturno" dei Tiromancino così come scolpito nelle sessions del loro disco capolavoro "La descrizione di un attimo", Riccardo Sinigallia non aveva ancora pienamente reso giustizia alle sue capacità come artista solista, affiorate - a tratti appena abbozzate - nel suo debutto omonimo del 2003. Tre anni sono passati da allora e tante cose devono essere maturate, nel frattempo, se oggi Riccardo Sinigallia può ripresentarsi al pubblico con un lavoro riuscito, completo, pieno. E semplice, soprattutto: dieci canzoni - perché di questo parliamo, canzoni - tenute insieme dal senso di un'opera compiuta. Ecco, "Incontri a metà strada" ha il suono di un'opera, di un lavoro omogeneo, di qualcosa di difficilmente omologabile a quanto ci circonda e ciò nonostante capace di parlare un suo linguaggio, seducente e originale. Dieci piccole grandi canzoni, semplici e suggestive nella loro costruzione armonica almeno quanto sterminate sono le vie di fuga che ne scaturiscono dai testi, capaci di regalare immagini e riflessioni profondamente vitali. "Incontri a metà strada" è un disco riuscito perché mette in mostra il meglio di tutto lo sterminato bagaglio creativo e musicale che Riccardo Sinigallia possiede: dalle ambientazioni "notturne" retaggio del trip hop anni '90 a una dimensione cantautorale molto originale e immediata; dalla passione "futuristica" per il lavoro con le macchine e l'elettronica al retaggio psichedelico dei grandi gruppi degli anni '60; dal culto per una musica e una filosofia "low profile" alla scelta convinta di testi frontali, capaci di dire molto e in faccia. E a tutto questo aggiunge un elemento che forse, fin qui, era sempre mancato all'appello nei precedenti lavori di Riccardo e che, senza eccessiva retorica, potremmo chiamare speranza. "Incontri a metà strada" è un disco che sceglie di credere, di sperare, di guardare oltre. Di chiudere con malinconie e amarezze quasi autolesioniste, che rischiano di allontanare il confronto con la vita. Per arrivare a questo, cruciale è stata, da parte di Riccardo, la voglia di "incontrare a metà strada" se stesso, la sua musica, i suoi collaboratori, aprendosi ad un modo di lavorare che forse aveva in mente da sempre pur senza averlo mai sperimentato: chiudersi in uno studio di registrazione con la sua band per un mese e mezzo e, semplicemente, scrivere, provare, registrare, provare ancora, ancora registrare. Accanto a lui Daniele Sinigallia e Laura Arzilli, produttori artistici dell'album, e tutta una serie di amici musicisti che in quelle sei settimane sono entrati e usciti da uno studio che ribolliva di energia creativa: Filippo Gatti (ex-Elettrojoyce) ed Emidio Clementi (ex-Massimo Volume), coinvolti nella scrittura di "Uscire fuori" (solo Filippo) e di "Anni di pace" (entrambi), e poi ancora Stefano Diana (che firma con Riccardo "Finora", il primo estratto dall'album), Matteo Chiarello (dalla collaborazione con lui arrivano "Se potessi incontrarti ancora" e "Ciao"), Francesco Zampaglione, Marina Rei, Vittorio Cosma, Fabrizio Fratepietro... troppo spazio ci vorrebbe per citarli tutti, anche se forse bisognerebbe fare un'eccezione per Fabio Patrignani, patron dello studio Forum di Roma nonché responsabile del mixaggio dell'intero lavoro. "Incontri a metà strada", insomma, è il titolo che meglio sintetizza la natura di questo lavoro nato e cresciuto in modo unico. Il felice risultato di un esperimento che lascia adesso la parola - e il seguito della storia - alla musica, alle canzoni. Canzoni che in questo disco sono tutte ugualmente importanti, dall'iniziale "Finora" alla conclusiva "Ciao". Raccontano di un viaggio interiore fatto con gli occhi aperti verso l'esterno, verso l'altro e verso gli altri, recuperando e mettendo in primo piano - anziché se stessi - una dote che oggi è sempre più rara: la capacità di ascoltare. E' dalla voglia di uscire fuori, di dirigersi verso un altro punto da sé, che ha preso il via questo disco. Raccontare questa voglia è solo il passo successivo, ed è quasi un passo obbligato. Un lavoro da artisti, per l'appunto. Riccardo Sinigallia è nato a Roma nel 1970. Sua madre lavora in una casa discografica, suo padre è un chitarrista che poi diviene assicuratore e ristoratore. La musica è di casa sin da subito. Nel 1982, appena dodicenne, Riccardo inizia a scrivere le sue prime canzoni e a "registrarle con procedimenti spartani che però somigliano in modo impressionante a quelli che (con tecnologie diverse ma che sembrano essere cresciute con e per me) utilizzo oggi. A dirla tutta anche le canzoni mi sembrano le stesse...". Inizia un periodo di apprendistato durato anni, trascorsi su registratori a quattro piste, tastiere, batterie elettroniche e chitarre. Alla fine degli anni '80 la comune militanza in una cover band romana lo mette in contatto con David Nerattini e Francesco Zampaglione (fratello di Federico, futuro leader dei Tiromancino). Dal loro modo affine "di vedere il rapporto tra musica e testo, tra leggerezza e sperimentazione, tra sorgenti elettroniche e armonia, tra punk e melodramma, tra rap e gruppo rock", nasce la voglia di scrìvere e lavorare insieme a del materiale originale e a un nuovo progetto di band. Nascono così i '6 suoi ex', celebrata formazione dell'underground romano in cui i tre militeranno insieme ad altri personaggi dell'allora nascente "scena romana". La band è attiva fino al 1993, pubblica un paio di singoli e un album misconosciuto e acerbo, "Paola non è un uomo" (ancora in circolazione sul web). Il percorso artistico dei '6 suoi ex' si interrompe nel 1993, quando ognuno dei protagonisti decide di proseguire da solo la propria carriera musicale. Mentre Francesco Zampaglione entra in pianta stabile nei Tiromancino in veste di chitarrista - nella band milita già la bassista Laura Arzilli - Riccardo Sinigallia frequenta "II Locale" di Roma, dove stringe amicizia con Daniele Silvestri, Max Gazzè, Niccolò Fabi, Frankie Hi NRG. E' proprio Riccardo a portare, nel 1996, i nastri di Niccolò Fabi in Virgin e a fargli ottenere un contratto discografico. Nel 1996 Riccardo inizia a lavorare in qualità di "amico-produttore" al primo album di Niccolò Fabi, "II giardiniere", mentre nel 1997 è in cima a tutte le classifiche insieme a Frankie Hi NRG con il brano "Quelli che ben pensano", estratto dall'album "La morte dei miracoli", brano del quale Riccardo firma il ritornello. Il 1998 è un anno ancora importante: esce il secondo album di Niccolò Fabi, omonimo, album che contiene il duetto con Max Gazzè "Vento d'estate" e il brano presentato a Sanremo 1998, "Lasciarsi un giorno a Roma" . Nello stesso periodo Riccardo lavora in qualità di autore e produttore ad un altro album molto importante di quell'anno, "La favola di Adamo ed Eva" di Max Gazzè. Nel 1999 Riccardo ritrova i suoi vecchi compagni di strada David Nerattini e Francesco Zampaglione nel progetto "La comitiva", che vede al suo interno altri importanti nomi di riferimento della scena hip hop romana, come Ice One, Dj Stile e lo stesso Frankie Hi NRG. All'album, intitolato "Medicina buona", partecipano anche Elisa e Franco Califano in qualità di ospiti, ma il progetto non ha fortuna. Francesco Zampaglione rientra allora nei Tiromancino, in procinto di lavorare a un nuovo album dopo che i tre precedenti erano passati quasi sotto silenzio. Chiede a Riccardo di entrare nella band in pianta semi-stabile, e con questa formazione il gruppo pubblica il suo album capolavoro, "La descrizione di un attimo". Uscito nel 2000, "La descrizione di un attimo" vede il gruppo partecipare al Festival di Sanremo - con la dicitura Tiromancino e Riccardo Sinigallia - presentando il singolo "Strade": ma saranno canzoni come "La descrizione di un attimo", "Muovo le ali di nuovo" e soprattutto "Due destini", inserita nella colonna sonora del film di Ferzan Ozpetek "Le fate ignoranti", a dare al gruppo una straordinaria popolarità e altrettanto successo discografico. Dalla collaborazione con Sinigallia il suono del gruppo esce radicalmente ridefinito, e i Tiromancino diventano una band additata ad esempio per qualità di scrittura e di arrangiamenti e sonorità. 2001: l'arrivo del successo accelera una serie di dinamiche che portano presto allo sbandamento della formazione: resta soltanto il tempo di incidere una straordinaria versione di "Com'è profondo il mare" in coppia con Lucio Dalla per la colonna sonora del film di Renato De Maria "Paz!", dedicato al fumettista Andrea Pazienza, e poi tutta la band - Riccardo, Francesco, Laura - lascia i Tiromancino al solo Federico, che prosegue per la sua strada chiamando accanto a se altri collaboratori. Nel 2003 esce il primo album solista di Riccardo Sinigallia: intitolato semplicemente con il suo nome e cognome è stato realizzato insieme a Laura Arzilli e Francesco Zampaglione, oltre che a suo fratello Daniele Sinigallia, quotato produttore discografico. Dall'album vengono estratti alcuni singoli, come "Cadere", "Solo per te" e "Bellamore", accompagnati da altrettanti videoclip. All'uscita dell'album fa seguito un tour. Fino ad oggi, ed a questo secondo album "Incontri a metà strada".