FENDIKA & K-SANCHIS  "Gojo"
   (2023 )

Wanna try some Ethio-Jazz?

Il coreografo etiope Melaku Belay, assieme al sassofonista olandese-svizzero Jeroen Visser, danno vita ad un'energica formazione di nove elementi, chiamata Fendika & K-Sanchis. Tre alle voci, due ai sassofoni e clarinetto, uno al masinqo (chitarra monocorda), uno al kirar (una specie di lira), uno al basskirar (la lira di prima ma più grande, che ha funzione di basso) e uno al kebero, quel tamburo che si imbraccia e si suona in orizzontale.

L'album “Gojo”, uscito per la 121234 Records, testimonia la grande vitalità della musica del gruppo. Forte senso del groove, che coinvolge, e la ripetizione ipnotica di cellule melodiche da parte dei fiati, come in “Lush”. Dal vivo, è prevista anche la performance di danza, inscindibile dalla musica. “Paean” è sostenuto da un incalzante loop del basskirar, mentre “Everlasting”, prima di partire con la fase ritmata, dà spazio ad un'esplosione corale di sassofoni e voci.

Ma che cos'è l'Ethio Jazz? Un testo di Pierluigi Ledda lo approfondisce, se volete scoprire questa precisa realtà musicale: https://bycartography.com/storie/ethio-jazz-coordinate-essenziali-per-lo-smarrimento/. Mulatu Astatke è un nome di riferimento, accanto ad Hailu Mergia. Restando su Fendika & K-Sanchis, la scala pentatonica è ricorrente, come si sente in “Axum”, ma nel brano “Era”, nell'assolo, si sente l'uso di una scala etiope, con i suoi caratteristici intervalli più particolari.

Senza entrare in altri dettagli che sarebbero ripetitivi e didascalici, possiamo dire che “Gojo” è un disco irresistibile. Riporta il jazz al suo legame con il ballo; di sicuro, questa musica non si ascolta seduti al tavolino, ma in piedi e muovendosi. (Gilberto Ongaro)