SINE FRONTERA  "Il mondo alla rovescia"
   (2023 )

Se siete alla ricerca del tormentone estivo che non spenga il cervello, ossia intelligente e alternativo, da cantare a squarciagola sotto la doccia o magari sulla strada della spiaggia o della malga, accendete le orecchie e, dopo dieci secondi di silenzio per ripulirle dal rumore di fondo della melassa che ci propinano, e in memoria di quanti si fanno piallare le meningi dalle note mainstream, ascoltate qualcosa di buono e nuovo e consolante come "Il mondo alla rovescia" dei celebri Sine Frontera, band italiana il cui nome è già un programma di partito da consigliare a gente come Elly Shlein, una band che da quasi 25 anni ormai (come passa il tempo mannaggia...) porta coerentemente avanti la propria proposta in giro per il mondo e tra l'altro con un certo successo.

Con ''20 Now'', dedicato al ventennale della caduta del muro di Berlino, scalarono infatti le classifiche radiofoniche. E ora con la prima traccia "Ducato diesel" possono candidarsi a un ascolto estivo sulle strade del mondo e delle vacanze, per chi le fa e non è alle prese con il rubinetto del reddito di cittadinanza che è stato serrato. Una umanità colorata e calda, quella che viene fuori dalle sonorità del gruppo il cui nuovo album è frutto di un lavoro in studio e di esperienze maturate in questi ultimi anni, prima fra tutte l’incontro con Manu Chao, che ha dato nuova linfa a questo tappeto sonoro che sogna e auspica rivoluzioni e ridimensionamenti dell'arrogante potere costituito e ha anche trovato, la mano del Manu, nuove soluzioni nella stesura finale di alcuni brani. E si sente.

La pandemia ci ha messo del suo per rallentare il lavoro come è capitato ai più, ma ecco i 12 brani che divertono e fanno ragionare, e non è cosa da poco in tempi in cui si ergono sempre nuovi muri fisici e mentali per rallentare il progresso della storia, e i Sine Frontera dicono la loro con un musica ribelle per definizione sui temi sociali senza peli sulla lingua e senza retorica, per fortuna, e con tanti buoni suoni ben amalgamati e anche ben registrati, alla faccia delle tecnologie industriali omologanti.

Ai calippi e cornetti musicali preconfezionati, predigeriti e premasticati preferite quindi, consiglio vivamente, musica così, schietta e a suo modo gentile, certo non nuovissima e all'avanguardia, ma chissene se anche le radici e le tradizioni vengono esaltate e onorate senza nostalgia, una musica che fa della contaminazione una cifra evidente senza lasciarsi montare la testa come è successo a molti.

Ricordiamo sempre che l'odio danza sull'ignoranza e sull'arroganza e questi qui ce lo dicono con garbo e stile, attingendo alla tradizione Folk e toccando anche ritmi e melodie proprie della musica World, Rock, Reggae, e Ska. Un bel viaggio nel mondo della musica che non troverà spazio a Porta a Porta o nella masseria del suo conduttore, ma può albergare nelle orecchie e nel cuore di molti, sperando che funga da toccasana, panacea e anche antidoto alle storture che subiamo. Voto 8. (Lorenzo Morandotti)