ENRICO LOMBARDI  "Niente paura, il fuoco"
   (2024 )

Apportare sterzate stilistiche alla propria musica, non solo comporta tempo ma anche (e soprattutto) coraggio.

Tal premessa, ci porta ad analizzare il nuovo album “Niente paura, il fuoco”, dell’artista pescarese Enrico Lombardi, la cui lavorazione cominciò nel 2018, passando tra lockdown e lunghe contemplazioni, per consegnarci infine 10 brani che ci portano a prendere coscienza dei nostri dialoghi interiori

Dialoghi che, spesso, scatenano reazioni ardenti ma, tutto sommato, gestibili con “estintori” meditativi: con l’aggiunta che la tracklist irrora sonorità molto piu coriacee rispetto alla cinquina dei singoli pubblicati in passato.

Un cambiamento, questo, decisamente azzeccato, che viene sancito dai due battistrada “Tutto un casino” e “Ballata al cuore ingrato”, dalle linee ruggenti ma fortemente riflessive, mentre l’ombra dei Verdena vien proiettata sia in “Scintilla n.1” che in “Domus”, col pregio di iniettare godibili ritmie.

E’ palese come il fiume di Lombardi tracimi senza paura d’impattare ostacoli, curvando nelle centrate anse power-ballad di “Luna del mattino” e “Come stai” con una verve fuori dal comune.

Invece, i primi dieci secondi d’arpeggio di “Tutto il santo niente“ mi fanno sognare i Pink Floyd di “Dogs”, ma è giusto uno sfizio iniziale che fa comunque apprezzare l’intera l’ossatura verace del brano: ed Enrico non brancola mai “Nel buio” poiché, nonostante sia al primo disco, già denota quella fibra di mestierante caparbio e sensibile, dimostrando come abbia incamerato bene la didattica ispirativa di Marlene Kuntz e Blastema con personalismi equilibrati e risolutivi. Gran disco! (Max Casali)