REBECCA FOON & ALIAYTA FOON-DANCOES  "Reverie"
   (2025 )

Per penetrare il piccolo-grande mondo onirico di questi trentasette minuti di riposta beatitudine, occorrono fantasia, immaginazione, sensibilità, unite ad una spiccata propensione a lasciarsi ammaliare ed inghiottire da una proposta che travalica gli standard di genere, libera e svincolata da margini e restrizioni.

A cesellare cotanto prodigio di intima percettività in solo apparente veste neoclassica sono le artiste canadesi Rebecca Foon e Aliayta Foon-Dancoes, rispettivamente violoncellista e violinista, entrambe anche pianiste, espressione di quel world apart costituito dalla galassia della Constellation Records, abitata dalle svariate propaggini, ramificazioni, cangianti incarnazioni della creatura Godspeed You!Black Emperor e del microcosmo che attorno ad essa gravita.

Già all’opera con Esmerine, A Silver Mt. Zion, Set Fire To Flames, Rebecca si unisce alla sorella Aliayta per dare vita a “Reverie”, opera suggestiva ed eterea, estatica e vibrante, undici tracce strumentali di vaga impronta cameristica, musica rarefatta in purezza che disegna paesaggi e visualizza scenari con la sola forza evocativa di trame preziose e tessiture sfuggenti, sì diafane ed impalpabili, eppure curiosamente incisive, frementi, appassionate.

Mai ridondanti né sovraccariche, le undici composizioni giocano con armonie improntate ora ad un garbato minimalismo (“Eternal II”), altrove prediligendo un linguaggio più solenne ed austero, declinato in architetture melodiose, foriere di sincera, partecipata afflizione. Al di là delle ingannevoli evidenze e dei già citati rimandi ad un classicismo di facciata, il progetto appare interpretabile come versione astratta del post-rock, quasi ne simboleggiasse l’ossatura primigenia che dal basso lo plasma, o l’anima invisibile, celata ed intuibile sotto i fitti paludamenti dell’intelaiatura che lo sovrasta.

Connotato da una innegabile valenza cinematografica, concepito come fosse colonna sonora di un film inesistente, l’album si snoda lungo i meandri sinuosi segnati dalle flessuose, ondeggianti progressioni degli archi (“Incandescence”), incuneandosi tra movimenti palpitanti ed inquieti (“Surrounded By You”), placandosi in toccanti arie ampie e contrite (“Phosphorescence”), all’insegna di una scrittura incantevole ed incantata, solo di rado incline ad atmosfere ombrose (“Reverie”), spesso poetica, illusoriamente fiabesca (“Midnight Shadow”).

Lavoro capace di racchiudere entro le sue spire avvolgenti tutto il calore ed il colore di un temperamento schietto e acceso, profondamente intenso, morbido ed insinuante, alta espressione dell’attitudine colta e raffinata che ne permea l’elegante, carezzevole fluire. (Manuel Maverna)