ALEX ZETHSON & JOHANN JUTTERSTROM  "It could/If I"
   (2025 )

Il pianista Alex Zethson e il sassofonista Johann Jutterström, duo dalla lunga collaborazione, decide di scegliere un repertorio di brani da jazzare, basandosi sui titoli: o iniziano per “It could” (potrebbe), o per “If” (se).

Da questa scelta si arriva all'album “It could / If I”, uscito per due etichette, la texana Astral Spirits e la Thanatosis Produktion di Stoccolma.

Gli autori richiamati sono vari, si passa dal nostro Morricone a Cohen, fino ad Alexander Fresca, dell'Ottocento, col brano “Ob ich dich liebe”. La rielaborazione però è determinante nel non rendere più riconoscibili i temi di partenza. I materiali vengono sondati e snocciolati fino ad ascoltare dei passaggi statici e febbrili come in “If I should lose you”.

L'esito è quello di un jazz sussurrato e intimo, che richiede il silenzio e lo ottiene quando viene riprodotto. Particolarmente suggestiva è “It could have been very very beautiful”, con questo incedere lento e regolare, e il sax che a un certo punto distorce sottilmente il suono.

In “It could (Etude 23)” l'elaborazione del suono è più radicale, e del sax ascoltiamo anche i rumori dei bottoni quando vengono premuti. È una scelta, un uso “percussionistico” dello strumento, mentre il pianoforte procede su percorsi della mano sinistra che imitano il walking bass di un contrabbasso.

Questa sensazione di intimità e quasi di timidezza è data dalla scelta tematica che parte dai titoli. Sono tutte ipotesi e verbi condizionali: potrebbe, se solo, magari, forse... e da queste ipotesi nasce il fascino del dubbio musicale. (Gilberto Ongaro)