STEREOPHONICS  "Make 'em laugh, make 'em cry, make 'em wait"
   (2025 )

Falli ridere, falli piangere, falli aspettare. Aspettare abbiamo aspettato, sono passati 3 anni da ''Oochya!''. Ma l’attesa è terminata. Kelly Jones, Richard Jones, Adam Zindani e Jamie Morrison ci regalano il loro 13esimo album in studio, 8 tracce per meno di 30 minuti di musica che, personalmente, non mi sono dispiaciuti: non saranno un capitolo fondamentale della loro carriera, ma la voce di Kelly Jones si lascia ascoltare piacevolmente.

Ho fatto un giro sul web prima di scrivervi queste mie 4 righe, e devo dire che il disco non è piaciuto granché, sia in Italia che all’estero. Ho letto articoli spagnoli, francesi e pure tedeschi, tutti a sottolineare lo “standard” sonoro e il piattume generale dell’album. Un mezzo disastro insomma.

Ma io dissento un poco. Vero, la mia esperienza con la band è ferma ai singoli programmati in radio, da ''Have a Nice Day'' a ''Song For the Summer'' del 2015, ma anche ''It Means Nothing'' e ''Mr Writer'', orecchiabili e con testi tra il positivo e il melanconico ma molto radiofonici. Ma è anche vero che il nuovo disco è molto vario, presenta brani rock e britpop ma anche brani con sonorità country, dove nella loro semplicità ci si può ritrovare nei testi, come in ''Mary is a Singer''.

''Colours of october'' è perfetta per questi giorni, e non ditemi che ascoltandola non vi siete ritrovati a Pavia con la nebbia e le caldarroste…

Va bene, sono solo un semplice programmatore radiofonico del 2025 costretto a sentire 24 ore al giorno piattume pop, e quindi quando mi passa per le mani un prodotto leggermente migliore vado in visibilio, ma non ditemi che ascoltando i primi giri di ''Eyes too big for my belly'' non vi siete gasati anche voi! (Marco Camozzi)