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INKY TERRA "Précipice"
(2025 )
Le strade del metal sono lastricate di tante buone intenzioni, ma anche di falsi miti e false partenze, e sono un itinerario insidiosissimo e rischiosissimo dove pochissimi meritano di salvarsi dall'oblio.
Una strada impervia, dura quanto il suono stesso che si deve produrre, ma essere originali in mezzo a tanti stereotipi è un banco di prova dei peggiori.
Gli Inki Terra, oltre al nomignolo d'arte piuttosto curioso e originale, hanno al loro arco molte frecce, in sei anni di onorabile servizio hanno creato nel sud della Francia un suono tutto sommato identitario, che rivela una autentica passione per la musica messa alla prova anche da tante esibizioni live come è giusto che sia.
Certo, per distinguersi dalla massa senza scivolare nell'eccesso fine a sé stesso devono ancora fare strada, magari cantare con un po' più di rabbia (non basta urlare però) e magari in francese, dato che potrebbe essere un esperimento interessante, una sorta di Evanescence nella lingua di Baudelaire chissà mai che non sfondi.
I quattro paladini del metal d'oltralpe, però, sanno offrire un tappeto sonoro mai disturbante ma energetico, utile per un viaggio in macchina o un risveglio dal coma etilico, un soffio di adrenalina offerto in un sac à poche che mescola stili e tendenze in parte commerciali, proponendo alla fine un cocktail promettente che non stanca e non dà alla testa.
Anche se il metal è forse nel suo DNA anche altro, ma i tempi si sa cambiano, e non è detto che si debba mangiare sempre la stessa minestra con lo stesso palato. Voto 8 meritato quale plauso di incoraggiamento. (Lorenzo Morandotti)