CANTAR ALLA VIOLA  "Jacob Kremberg: Musicalische gemüths-ergötzung, oder arien"
   (2025 )

La recente pubblicazione di ''Musicalische Gemüths-Ergötzung, oder Arien'' per Da Vinci Classics, affidata al duo Cantar alla Viola (Nadine Balbeisi, soprano, e Fernando Marín, viola da gamba), è molto più di una registrazione: è un atto di riscoperta storica.

Per la prima volta, le quaranta arie composte da Jacob Kremberg nel 1689 a Dresda tornano a vivere in una versione integrale, distribuita su tre CD, che restituisce la freschezza e la profondità di un repertorio dimenticato per oltre tre secoli.

Kremberg, polacco di nascita e cosmopolita per vocazione, concepì questa raccolta come un “delizia dell’anima musicale”: non musica per fastose corti, ma per spazi raccolti – case, cappelle, piccole sale civiche – dove il suono diventava strumento di edificazione spirituale e conforto sociale.

Le arie, pensate per voce e basso continuo, si distinguono per la loro flessibilità: possono essere eseguite con liuto, viola da gamba, chitarra barocca, persino in versione strumentale pura. Questa versatilità riflette un’epoca in cui la musica era dialogo, non spettacolo, e si intrecciava con la vita quotidiana e la devozione personale.

Il duo Balbeisi-Marín affronta il repertorio con una sensibilità rara: la voce limpida e controllata del soprano si fonde con il timbro caldo e vellutato della viola da gamba, creando un equilibrio che esalta la retorica barocca senza mai cadere nell’eccesso ornamentale.

Il basso continuo pulsa come un battito cardiaco sotto la linea vocale, mentre le fioriture si trasformano in eloquenza, non in virtuosismo fine a sé stesso. Ne risulta un suono intimo, quasi confidenziale, che restituisce la dimensione domestica e meditativa dell’opera.

''Musicalische Gemüths-Ergötzung, oder Arien'' è un microcosmo di affetti: dalla malinconia delle arie penitenziali alla grazia delle pagine amorose, ogni brano è una miniatura che distilla emozione e pietà in melodie sobrie ma eloquenti. Non c’è monumentalità, ma sincerità; non c’è ostentazione, ma calore umano.

In questo senso, il disco non è solo una rarità filologica: è una lezione di misura e profondità, un invito a riscoprire la musica come esperienza condivisa e non come spettacolo. Questa registrazione è un tassello prezioso per chi ama il Barocco “di prossimità”, lontano dai clamori operistici e vicino alla vita reale.

Un ascolto, insomma, che sorprende per la sua attualità: in un mondo dominato dal rumore, la voce di Kremberg ci ricorda che la vera bellezza nasce nel silenzio e nella relazione. Consigliato a chi cerca il lato più intimo e spirituale del Seicento musicale, agli appassionati di viola da gamba e agli esploratori di repertori dimenticati. (Andrea Rossi)