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AIRPORTMAN & EGIDIO MARULLO "Erva de ientu"
(2025 )
Chi frequenta questo sito con una certa frequenza sa molto bene come il rapporto tra Music Map e gli Airportman sia, ormai, non solo parecchio datato, ma soprattutto improntato alla massima ammirazione. Nostra, per loro (viceversa non sappiamo, e non è importante...)
La formazione roatese, composta da Giovanni Risso, Marco Lamberti e Paolo Bergese, è un autentico crogiolo di invenzioni musicali delicate ma convinte e convincenti. Ogni volta, insomma, è una sorpresa. Puntualmente bellissima.
Il progetto stavolta nasce dalla sinergia tra la poetica acustica della band e la visione pittorica di Egidio Marullo. Il disco, uscito per Lizard Records nel 2025, unisce minimalismo evocativo, camerismo rarefatto e un post‑rock quasi sussurrato, in un dialogo tra musica e immagine che tocca l’anima.
Il titolo, in dialetto salentino, significa “erba di vento”: immagine potente per questo lavoro costruito su delicatezza e resistenza. Le sei tracce corrispondono a tante “tele” acquarellate, raccolte in un elegante packaging 18×18 cm. Una scelta che trasforma l’ascolto in un’esperienza multisensoriale.
La titletrack “Erva De Ientu”, traccia d’apertura, incarna la tecnica del prisma sonoro: percussioni miste a pianoforte essenziale, che creano uno spazio dove le note paiono più aria che suono. In “Sentiere”, il pianoforte sgocciola invece gocce melodiche in un paesaggio malinconico, violando il velo di tranquillità con inconsuete sonorità di fisarmonica e chitarra, quasi sentori marini che si insinuano nell’orizzonte sonoro.
“Èpopteia” è uno dei vertici emotivi del disco: arrangiamenti magnetici, xilofono e chitarre che evocano un flusso rituale. Il brano evolve in un respiro meditativo, poi declina in arpeggi sottili che emergono da un mare interiore.
“I Cardi e l’Alba” serpeggia con delicatezza: la notte si dissolve, la luce sorge e l'album si apre come una brezza mattutina. Dopo “Orazione”, con un pianoforte quasi psichedelico che tocca l'anima, “Elegia”, in chiusura, amplia l’orizzonte sonoro, catturando paesaggi evanescenti, scatti sonori che restano impressi come fotografie interiori.
''Erva de ientu'' non è un ascolto rapido, ma un luogo emotivo da abitare: un avamposto tra terra e mare, dove la fragilità diventa forza e i dettagli sonori custodiscono memorie di vento. Un’opera di resistenza poetica che non urla, ma sussurra verità attraverso le sfumature.
Domina un minimalismo raffinato, spogliato di orpelli ma ricco di sostanza, e la perfetta fusione tra arti: musica che interpreta pitture, pitture che ispirano suoni. Il tutto permeato da una grande profondità emotiva: ogni traccia è una porta che si apre su scenari interiori.
In definitiva, ''Erva de ientu'' è un disco che chiede attenzione, si dona a chi si ferma dentro i suoi sussurri e, con grazia, regala emozioni profonde. Una piccola grande gemma per chi ama la musica che parla piano, ma resta dentro.
E fin d'ora ci mettiamo in attesa della prossima prova degli Airportman. Che, come sempre, sarà un capolavoro. (Andrea Rossi)