TOMMASO TAM  "Doppia esposizione"
   (2025 )

Stockhausen, Skiantos, Frank Zappa, Calibro 35... varie sono le influenze che potrei citare descrivendo questo "Doppia esposizione", sesto lavoro discografico di Tommaso Tam (simpatica omonimia con la sigla del teatro Arcimboldi).

Occorre dire subito che il nostro artista, friulano ma bolognese di adozione, è decisamente fuori dagli schemi e spazia in composizioni che, nella prima parte del CD, sono brevi situazioni strumentali, e nella seconda melodie cantate con testi italiani assai atipici per i canoni delle canzoni a cui si è abituati.

Il suo precedente album "Isola di Tam" è stato rimosso dalle piattaforme digitali, ed ora con questa opera successiva l'artista conferma quella che è una forma di ribellione personale, dove la libertà di espressione e di composizione regna sovrana.

Gli arrangiamenti sono curatissimi ed hanno un mood vintage che rimanda agli anni '70 ed all'elettronica anni '80. L'iniziale perplessità con cui ho iniziato l'ascolto si è progressivamente dissolta lasciando emergere una certa compiaciuta sorpresa che è infine sfociata in un convincimento.

Occorre, insomma, ascoltare l'intero disco per comprendere la vena geniale di Tommaso Tam.

Cito due chicche fra le ben quindici tracce della scaletta: la strumentale "Cani perduti senza guinzaglio" e la divertente "Il sollazzatore del tafferuglio", dal testo iperreale con rime abilmente azzeccate.

Pochi artisti sulla scena musicale possono permettersi produzioni simili ed a mio parere così ben riuscite. Voto 8 e 1/2. (Roberto Celi)