JULIE'S HAIRCUT  "Radiance opposition"
   (2025 )

Instancabili sperimentatori, i Julie's Haircut giungono al decimo album con una nuova cantante, Anna Bassy, che aggiunge un nuovo colore al sound già mutevole della band.

Uscito per Weird Beard Records in Regno Unito e per Superlove in Italia (etichetta di proprietà del gruppo), “Radiance Opposition” presenta otto canzoni ipnotiche, dove la caratteristica comune è reiterare dall'inizio alla fine un pedale armonico (cioè un solo accordo) che permette di creare paesaggi psichedelici.

Il timbro caldo della voce di Bassy si incontra con le algide lande sintetiche dei musicisti, e si sente soprattutto in pezzi come “Spring Moon”, dove la cantante sovraincide anche delle doppie voci, ottenendo un coro che solitamente si sente nel soul. Quindi abbiamo un incontro di stili.

Nel brano d'apertura “I Can See The Light”, Bassy ripete un verso come fosse un mantra, e in “Unit Circle” la frase che spicca è: “We are one, in the Unit Circle”, accompagnata dal basso in primo piano sopra il tappeto di synth e batteria.

C'è anche la voce maschile che torna a sussurrare, come ad esempio in “The Earth Knows”, ribattendo una nota grave. I brani sono concepiti come rituali, prova ne è l'introduzione della citata “Spring Moon”, dove la batteria ripete un ritmo tambureggiante evocativo.

“To The Sacred Mantle” sembra accompagnare un percorso spirituale, nel senso di percorso fisico, camminato, verso una meta: “Soon I will be free. I walk, I walk i walk”. Il brano è caratterizzato da un sinistro inciso di tastiera. “Wounds” concede qualche minimale divagazione dai pedali armonici, nonché l'introduzione di un arpeggio di chitarra acustica accanto ai suoni elettronici.

Si ritorna alla staticità armonica con il brano dal drammatico titolo “Extinction Of The Sun”, dove si canta un inquietante pensiero: “The universe will die”, su un incedere lento e inesorabile. Voce maschile e voce femminile si uniscono a invocare questa funesta estinzione, mentre il basso ci trascina e la chitarra elettrica procede in assoli distorti. Siamo tornati al puro post rock!

Due note di basso (fondamentale e dominante) si alternano per aprire in maniera solenne il brano che chiude l'album: “6 AM Carpet Candelight”. Accompagnato da colpi di cembalo alla batteria e dal tremolante suono di Hammond, il richiamo alla psichedelia anni '60 è inequivocabile, mentre le voci cantano di un “liquid sky”. Attento con quell'ascia, Eugenio!

Tra la Terra che sa, un sole in estinzione e la consapevolezza che siamo uno, i Julie's Haircut propongono un efficace viaggio cosmico. (Gilberto Ongaro)