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ERWAN KERAVEC "Whitewater"
(2025 )
Tempo fa, abbiamo scoperto con Brighde Chaimbeul (nel 2023 qui https://www.musicmap.it/recdischi/ordinaperr.asp?id=10115 e nel 2025 qui https://www.musicmap.it/recdischi/ordinaperr.asp?id=11841) che la cornamusa scozzese può riservarci delle sorprese, se suonata con approccio sperimentale.
Oggi scopriamo un altro sperimentatore di uno strumento gemello: la cornamusa francese, suonata da Erwan Keravec. Uscito per Ici d'Ailleurs/Mind Travels Series, “Whitewater” ci porta nel personale approccio allo strumento da parte dell'artista bretone.
Quest'album è costituito da tre tracce: la prima, “Increase the flow rate”, è un brano agitato di 18 minuti; “Until the swirl appears” dura poco più di 13 minuti; infine “Leeshore” si “accontenta” di 6 minuti. Sono brani per la sola cornamusa francese, esplorata senza altro intorno.
La prima cosa che sorprende nel primo brano, o almeno sorprende me che cado dalle nuvole, è la capacità di Keravec di far glissare la nota. Forse i suonatori lo sapevano, ma io credevo che con quello strumento si potessero fare solo note diciamo “temperate”, non glissarle come farebbe un sax o un clarinetto.
Keravec lo fa, sopra un bordone fisso, ma poi procede ad alternare due o tre note sempre più rapidamente, e poi rallentando gradualmente. Non c'è una struttura ritmica, sembra più l'imitazione di un verso animale, con un suo ritmo interiore naturale. Le scelte melodiche e armoniche non ci permettono di rilassarci: Keravec costruisce una tensione che mantiene alta tutto il tempo.
Anche nel secondo brano fa una cosa simile, partendo da una nota meditata, inizia a trillare in maniera sempre più vorticosa, e torna anche qui a glissare. Nelle rapide semicrome e biscrome, aggiunge gradualmente una nota in più ai pattern, quasi come un macchinario industriale. L'esito è al contempo drammatico e surreale. Verso la fine del brano, Keravec apre anche il suono del bordone, sdoppiandolo e accrescendo l'intensità.
Infine, un bordone dissonante (formato da due note distanti un semitono) apre “Leeshore”. Assieme alle note acute, Keravec qui indugia nel creare dei cluster, aggiungendo e togliendo note con approccio minimalista. La lentezza del brano finale fa da contraltare alle due precedenti corse inquiete. Non è un riposo consolatorio, ma perlomeno l'agitazione è finita.
Questo approccio rende quasi umano il suono della cornamusa francese, simulacro di un'emotività espressa tramite lo strumento; come suggerisce il titolo dell'album, in maniera sinestetica il suono diventa acqua bianca. (Gilberto Ongaro)