GIANLUCA GRIGNANI  "Destinazione paradiso"
   (1995 )

Grignani, nel ’95, sembrava in assoluto il futuro della musica italiana: quest’album vendette in maniera quasi indecente, nello Stivale ed all’estero. Poi, probabilmente per scelta dello stesso cantante, le cose si sono di molto ridimensionate: difficile leggere altrimenti una scelta come quella fatta con il 2° album, il durissimo “La fabbrica di plastica”, che spiazzò non poco i suoi fans tricolori e mondiali. Un po’ di storia: nel ’94 uno sconosciuto ragazzetto fa uscire un singolo ("La mia storia tra le dita") che, a sorpresa, conquista i vertici della charts radiofoniche e, successivamente, anche quelle di vendite. Risultato: Gianluca viene ammesso al festival di Sanremo ‘95 (ovviamente tra gli Esordienti) avendo già venduto in prenotazione 30.000 copie dell'album uscito dopo il festival. Il suo produttore era Massimo Luca (chitarrista per quattro dischi di Lucio Battisti), che di lui diceva: "Quando mi fa ascoltare ciò che scrive, provo le stesse emozioni di quando lo faceva Lucio". Complimento non da poco... La canzone di quel Sanremo, "Destinazione paradiso", era scritta in un momento difficile, nel quale Grignani pensava al suicidio: era stata addirittura ideata come saluto finale. Ebbene, Pippo Baudo, nel presentare cantante e canzone, per ben due volte spiegò il brano come un romantico viaggio di due innamorati... "e quando ci si ama così la destinazione non può essere che una: il paradiso!". Prodigi del Pippo nazional-popolare. Da notare che Gianluca non riuscì in entrambe le occasioni ad opporgli nessuna parola, e ci sono buone possibilità che Baudo non si sia mai accorto della doppia gaffe. Comunque, checché se ne pensi di Grignani, questo, a tutt’oggi, rimane un grande album, una sorta di greatest hits (“La mia storia tra le dita”, “Destinazione paradiso”, “Falco a metà”, “Primo treno per Marte”, “Una donna così”, “Il gioco di Sandy”…) pur trattandosi di un’opera prima: di quanti altri dischi, italiani e non, lo si può dire? (Andrea Rossi)