EUMIR DEODATO  "Prelude"
   (1972 )

Inventore di un genere che in pratica è solo suo, il brasileiro Eumir Deodato è un vero e proprio guru del sound settantiano, il jazz-funk che tanto arrapa molti musicofili nostalgici dei tempi d’oro: atmosfere sciamaniche, chitarre wha wha, Fender Rodhes, in pratica un universo musicale finito nel dimenticatoio, figlio del suo tempo ma capace di conquistare molti ascoltatori odierni. 'Prelude', datato 1972, è l’album che lancia al grande pubblico il tastierista brasiliano, attraverso quella che è una hit strumentale senza tempo: si sta parlando del celeberrimo brano classico di 'Strass', colonna sonora del cult '2001 Odissea nello Spazio', rifatto in chiave jazz-fusion: sulla base orchestrale si innesta un groove capace di far sobbalzare il più incartapecorito tra i critici musicali. L’intero album presenta un preciso fil rouge, che consiste nell’unire la musica brasiliana con le nuove tendenze “elettriche”, sdoganate da Miles Davis, ma interpretate in modo più orecchiabile e catchy. Sono brani che si posso canticchiare anche sotto la doccia; un jazz che magari il purista più snob non definirebbe tale, ma che certamente attira l’attenzione anche di cultori di altri generi. Deodato è un maestro nella scrittura dei pezzi, o nel ri-arrangiarli; ma l’esecuzione non è da meno: non a caso figurano nel cast “vip” della musica black come Billy Cobham e Stan Clarke. Quello che ne risulta è una musica molto orchestrale e ariosa, alleggerita e resa più fruibile al grande pubblico ma per questo motivo ancora più affascinante. Non è certamente il jazz sperimentale e un po’ contorto di “Spectum” o “Bithces Brew”: qui lo scopo è l’intrattenimento di lusso, e Deodato si propone come eccellente pianista di corte. (Alberto Gola)