GIORGIO MAGGIORE  "Radioanima"
   (2008 )

Giorgio Maggiore è uno di poche parole. Lo dimostra il fatto che, delle 10 tracce presenti in questo suo nuovo album, ben 5 sono strumentali. Anzi, 5 e mezzo, perché la title track "Radioanima" è in realtà una suite composta dall'omonima canzone e da 2 brani ("Tempeste elettromagnetiche" ed "Isofrequenze"), anch'essi strumentali. Però, per essere uno di poche parole, Maggiore, quando parla, soppesa a lungo le proprie parole. Così ne escono brandelli di pura e dura poesia: "Cosa puoi dire in mezzo a questa falsità? Nessuno cerca di trasmettere con l'anima... Ti guardi intorno, tutti pensano a se'... Detesto questa corsa al benessere, detesto questa voglia di sconfiggere...". Basterebbero queste poche righe a rendere il nuovo lavoro dell'artista milanese un'autentica rivelazione: rivelazione, sia chiaro, per chi ancora non lo conoscesse. In realtà Giorgio Maggiore ha già scritto pagine importanti, negli ultimi anni: gli album "Oasi di cemento", "I colori che cambiano" e "Dentro ai tuoi sogni", prodotti uno dopo l'altro negli ultimi 3 anni, hanno riscosso parecchio interesse, ed anche noi di Music Map non abbiamo potuto fare a meno di segnalarvi qualche tempo fa questo talento. Per tanti motivi, non ultimo che i suoi lavori sono interamente ideati, composti, realizzati, arrangiati e suonati da lui e lui solo: chitarre, basso, tastiere, batterie, percussioni e aggeggi vari, tutti gli strumenti sono farina del suo sacco. Senza, attenzione, che questa scelta abbia tolto un grammo di completezza alle proposte: anzi, così, di certo, Maggiore è stato sicuro di essere se' stesso al 100%, di non essersi lasciato influenzare in alcun modo da chiunque. Tanto, le sue muse ispiratrici, questo artista ce le ha eccome, e lo accompagnano sempre: Cure, Xtc, Joy Division, Diaframma, Bauhaus, e chi più ne ha più ne metta. Anche se, in questo nuovo lavoro, qualche spostamento lo si nota, qualche giusta "concessione" a suoni di più recente ispirazione. Ambient music, la si potrebbe definire, nella sua accezione più pura e meno "modaiola". Il tutto continuando a non utilizzare il computer ma soltanto un registratore multitracce digitale con un piccolo mixer. Suoni, quindi, scarsi e datati? Tutt'altro, provare per credere. La favola di Giorgio Maggiore continua, quindi. Meglio così. (Andrea Rossi)