GRACE JONES  "Portfolio"
   (1978 )

Anche artisti di altri paesi, se appartengono al genere "disco", sembra debbano avere il battesimo ufficiale in Francia. È il caso di GRACE JONES, un successo strepitoso. La sua versione "disco" del brano della Piaf del 1946, LA VIE EN ROSE è nei Top Ten di ben diciotto paesi. La canzone era già molto nota (specie nelle discoteche) prima della sua apparizione al Festival di Sanremo ma la sua presenza sul palco dell’Ariston ha vinto le riserve di chi in Italia ancora non era riuscito a conoscerla o ad apprezzarla pienamente. Naturalmente la versione del famoso brano d’oltralpe ha ben poco a vedere con l’originale. Sensualissimo, un richiamo all’erotismo molto forte. Gestualità e voce sono un accrescitivo dell’eros che l’arrangiamento della canzone evoca. Nata in Giamaica, cresciuta a New York, la Jones è dotata di un corpo scultoreo e di un sex appeal molto forte, tipicamente nero nell’accezione più primitiva del termine. Una pantera nera, così come la chiamano (o LA LINGUA, quando gioca a fare la provocatrice sessuale). Diviene fotomodella e cover girl, lavorando con Andy Warhol e con Oliviero Toscani prima di incontrare Chris Blackwell, discografico della Island che le fa firmare un contratto. Ed è lo stesso Warhol che si occupa della produzione del suo primo disco, oltre che della promozione. THAT’S THE TROUBLE è la prima canzone a scalare le classifiche, seguita da I NEED A MAN. Poi il boom de LA VIE EN ROSE. Difficilmente un nuovo nome riesce a far breccia al primo colpo con un motivo inedito, specie se è un prodotto per così dire confezionato. "È tempo di far uscire un LP", hanno detto i dirigenti della sua casa discografica, cosa che Grace aveva sempre voluto rimandare perché impegnata in tanti altri progetti e la carriera di cantante a tempo pieno non era certo in cima ai suoi pensieri. Ma dato il successo mondiale del disco mix e del singolo, la Jones non si può tirare di certo indietro. Ed ecco uscire PORTFOLIO, la cui copertina è disegnata da Richard Bernstein, collaboratore di Warhol. Pescando nella musica europea e in quella giamaicana e aggiungendovi alcuni brani inediti, Grace e il suo entourage fanno un lavoro eccellente e di prima qualità. Sempre di discomusic si tratta ma c’e disco e disco. (Christian Calabrese)