OVO  "Abisso"
   (2013 )

Lasciatevi guidare dove il buio più nero vi attraverserà la pelle. Scendete nella profondità dell’Oceano, tra divinità pagane e anime perdute, tra stridere di denti e oscurità impenetrabili. Seguite le voci labirintiche delle viscere liquide del mondo. Non abbiate paura: affacciatevi sull’orlo dell’Abisso. E’ lì che Bruno Dorella e Stefania Pedretti vi attendono per farvi nuotare tra gli specchi deformanti dei vostri sogni più contorti, per strapparvi sospiri al ritmo del sabba tribale degli OvO. Non abbiate timore, lasciatevi traghettare da quel demone africano che alberga al di là dell’ingresso. E’ qui che parte il vostro viaggio. Sarà armonia ma anche rumore, sarà catrame e saranno percosse, sarà dilatazione e ossessione. Tutto intriso di un’aurea esoterica affascinante e pericolosa, “Abisso” degli OvO è rumore e armonia, una nuova, straniante alchimia che si estende dai luccichii intermittenti di “Harmonia Microcosmica” all’incedere marziale di “Aeneis”, dai disturbi elettrici di “Tokoloshi”, alla furia epilettica di “Pandemonio”. Ispirati tanto dall’esoterismo di “Alchimia & Mistica” di Alexander Roob, quanto da due classici della letteratura mondiale, l’Eneide e le poesie di E. A. Poe, e dalle fascinazioni per i rituali voodoo di un’Africa arcaica e a tratti demoniaca, gli OvO non sono soli al lavoro su tanta materia. Tra gli ospiti troviamo Rico Gamondi dei Uochi Toki, che ha selezionato i samples che poi Bruno ha suonato sui pad, Alan Dubin dei Khanate che ha contribuito con la voce in “A dream within a dream”, sogno lisergico al limitare tra screamo e febbre schizofrenica su un tappeto sonoro dilatato e possente; e Carla Bozulich che canta in “Fly little demon” mentre i suoi Evangelista distribuiscono sulla tela dei tamburi di Dorella pennellate di suono con basso, hammond e piano: un senso tribale che è solo la punta dell’iceberg di un’africanità intrinseca, presente soprattutto nella parte ritmica del disco. E sempre dall’Africa provengono i due canti popolari inseriti nei brani “Abisso” e “Ab uno”: straniante la brillantezza delle voci africane al cospetto dell’asprezza della voce di Stefania, come una luce in fondo alla voragine che riemerge dalle tenebre, quasi a rappresentare l’eterna lotta tra il bene e il male. Anche se gli OvO sono difficili da catalogare, possiamo riconoscere un’evoluzione che va dall’improvvisazione totale di “Assassine” al noise rock abrasivo di “Cor Cordium”. Con “Abisso” si apre una nuova fase artistica per il duo formato da Stefania Pedretti e Bruno Dorella. L’inserimento di campioni, batterie elettroniche, field recordings e sintetizzatori crea una nuova ricchezza nel suono della band. “Cor Cordium” e il precedente “CroceVia” costituivano un punto di non ritorno per la versione rock minimale del duo, impegnato a creare più suono possibile con i pochi elementi a disposizione: la mezza batteria di Bruno, la chitarra e l’ incredibile voce di Stefania. La nuova esigenza ora è quella di spingersi oltre, utilizzando i mezzi che la musica contemporanea ha a disposizione per continuare ad essere creativi ed evolversi. “Abisso” è un passo deciso in una nuova direzione, per il quale gli OvO si sono avvalsi del contributo inestimabile di Giulio “Ragno” Favero in fase di registrazione e missaggio, per poi chiudere tutto in quella botte di ferro che è la masterizzazione di Giovanni Versari. Ancora una volta sostenuti dalla pubblicazione internazionale di una label importante come Supernatural Cat, dopo 13 anni gli OvO continuano a sperimentare e spingersi in territori di confine, nella continua ricerca dell’estremo.