ALCOVA  "Il sole nudo"
   (2014 )

Dopo l'ottimo esordio del 2010, tornano con un nuovo disco, intitolato “Il sole nudo”, gli Alcova, progetto musicale di Francesco Ghezzi il quale, avvalendosi della collaborazione di buoni musicisti, ci regala un disco notevole, ricco di sfumature, maturo, intenso sia musicalmente che nel significato. Ne “Il sole nudo” ritroviamo tutto quello che aveva colpito di più nel precedente lavoro, ma, se possibile, ancora più forte e diretto; Ghezzi ha talento e personalità da vendere, e in questo nuovo album non lo manda certo a dire: rock incendiario, tagliente, atmosfere vibranti, una capacità compositiva matura, buon gusto nell’arrangiamento, testi poetici che tratteggiano immagini vivide e coinvolgenti, un treno diretto a mille all’ora che travolge tutto quello che incontra. Ad aprire le danze ci pensa ''Damasco'', brano sulla drammatica situazione in Siria, con un ritornello di quelli che ti si ficcano in testa e un’intensità che non lascia dubbi su cosa aspettarsi. Segue ''Adelheid'', l’unico pezzo “lento” dell’album, una ballata struggente, a cui fa da sottofondo il tema della guerra, argomento che spesso ritroviamo negli Alcova, per esempio ne ''L’alba verrà'', canzone dal gusto quasi goth (anche troppo in alcuni momenti). Tra i brani migliori sicuramente la title track, ''Il sole nudo'', manifesto della maturità, dell’originalità e della bellezza di questo disco. Molto interessanti anche ''Cannibali'' - di un’intensità profonda e toccante - e ''Risvegli'', brano dalla composizione e dall’arrangiamento molto particolare, originale e di ottimo gusto, anche se forse non del tutto riuscito nell’esecuzione. Significativa anche la presenza di ''Marylin'', brano presente anche nel disco precedente, qui eseguita senza tastiera e un po’ più “tirata”, che funziona come filo rosso tra i due lavori. Gli Alcova prendono posizione, e lo fanno senza tentennamenti: poetici ma taglienti, intensi ma diretti, definiti una delle band più promettenti del panorama indipendente italiano, mantengono la promessa in pieno e ci regalano uno dei dischi finora più interessanti di questo 2014. (Marimekko)