GRAZIANI / RON / KUZMINAC  "Q concert"
   (1980 )

Ivan Graziani è ancora altissimo nelle classifiche dei singoli più venduti con quella FIRENZE (CANZONE TRISTE) che gli ha portato tanta fortuna, Ron è forse per la prima volta, dopo dieci anni di carriera, riconosciuto come un bravo cantautore grazie a UNA CITTA’ PER CANTARE, hit estivo, e Goran Kuzminac è ancora sotto shock per il successo piovutogli addosso dopo quell’uno-due STASERA L’ARIA E’ FRESCA e EHI CI STAI. La novità è proprio nel volersi mettere assieme, cantare e suonare tutti e tre sul palco. Fa parte del progetto Q DISC della Rca che prevede un mini LP a quattro canzoni e un gruppo formato da tre valenti artisti della casa romana. Poi verrà esteso anche ai solisti o a cantanti in prova. Partono subito per un tour provato e riprovato, dopo averci ripensato tante volte e dopo essere stati sempre sul punto di piantare tutto perché in Italia non si era ancora abituati a certe collaborazioni tra artisti di diversa estrazione musicale. In America accostare un Frank Sinatra ad un Tom Jobim è la cosa più normale di questo mondo, o in Brasile dove tutto è un incontro, come dice Vinicius, la vita stessa è l’arte dell’incontro. Da noi le uniche collaborazioni consentite sono quelle tra moglie e marito (Al Bano e Romina, I Vianella, Spaak-Dorelli e così via) anche perché per poter lavorare insieme bisogna appartenere alla stessa scuderia discografica. Il manifesto del tour è volutamente una canzone inedita scritta per l’oocasione (tour e disco) a sei mani dal titolo CANZONI SENZA INGANNI, per far capire che se tre cantautori si mettono insieme non c’è niente di strano a monte, nessuna dietrologia, è solo per ampliare la sfera delle esperienze personali ed artistiche e cercare di far divertire il pubblico. Dei tre è Ron ad avere più conoscenza di questo tipo di consociazione, avendo lavorato con Lucio Dalla e Francesco De Gregori nella tournèe BANANA REPUBLIC. Ma in quell’occasione aveva un ruolo un po’ più sacrificato, quasi da spalla. L’approccio con Graziani e Guzminac è completamente differente. Prima di tutto non ha con loro un’amicizia decennale come l’ha con gli altri due, poi erano sorte incomprensioni scaturite proprio dalla scarsa conoscenza reciproca. Poi man mano che si andava avanti si accorgono che lavorare insieme, oltre che interessante, è anche una vittoria sul proprio orgoglio e sulla voglia di primeggiare sugli altri due. Lo spettacolo comprende una serie di pezzi da ciascun repertorio individuale ma in stretta collaborazione con gli altri due che a turno fanno da accompagnatori, da coristi, da solisti. Circa otto pezzi a testa per due ore e mezza di musica e vitalità in una serie di concerti che toccano tutta l’Italia, subissati da un mare di applausi e richiesta di bis. (Christian Calabrese)