DEAD BOUQUET  "As far as I know"
   (2014 )

Paul Kimble è noto alla critica ed agli amanti dell'alternative rock per essere stato il bassista dei Grant Lee Buffalo, storico gruppo californiano scioltosi nel 1998, il cui sound era caratterizzato dalla presenza di una chitarra a dodici corde volutamente distorta e psichedelica. E' proprio quest'ultima a caratterizzare anche il suono dei Dead Bouquet, giovane rock band romana formata da Carlo Mazzoli (chitarra e voce) e Daniele Toti (basso e voce), ai quali si aggiunge nei live il batterista Alberto Croce. Il connubio tra Paul Kimble e i Dead Bouquet è stato talmente positivo che l'artista statunitense ha deciso di contribuire, oltre che nella veste ufficiale di produttore, anche in quella “ufficiosa” di terzo musicista nel primo album della formazione capitolina: ''As Far As I Know''. Il gruppo riprende molto lo stile dei Grant Lee Buffalo, non solo nei suoni distorti e nell'atmosfera psichedelica e a tratti perfino un po' grunge, tipica dell'alternative rock targato anni novanta, ma anche per l'uso della voce profonda e potente di Carlo Mazzoli, capace di adattarsi sia a pezzi più spinti che a quelli maggiormente rilassati e acustici; l'atmosfera evocata dalla sua voce e dal basso sinuoso e puntuale di Daniele Toti (entrambi coadiuvati dall'ottimo contributo in fase ritmica del batterista Alberto Croce) finisce con il risultare tendenzialmente cupa e introspettiva, ma molto evocativa al tempo stesso. Che fosse fin dall'inizio l'intento dei due ragazzi romani? Beh, se sì, obiettivo centrato. ''As Far As I Know'', uscito il 27 ottobre per Seahorse Recordings, è una raccolta di tracce, ben 13 (cosa piuttosto rara di questi tempi per una band emergente..), piuttosto varie tra loro, sebbene lo stile ricordi sempre molto quello della tradizione americana, con elementi di rock e folk ottimamente miscelati. I testi, dallo stampo cantautorale, variano nelle tematiche e negli arrangiamenti: si passa da pezzi romantici e malinconici, quasi interamente acustici e lenti, come ''Sur La Garonne'' e ''A Night On A Red Sofa'', ad altri dal suono maggiormente lisergico e arioso, come il primo singolo estratto ''Nobody's Sky'' (di cui è uscito anche il videoclip su YouTube, https://www.youtube.com/watch?v=1bEuyayb5wI) e ''Way Back Then''. L'album di debutto dei Dead Bouquet fa un'ottima impressione per la maturità sia stilistica che di contenuto, considerata la giovane età della band; è un disco essenzialmente notturno, che forse stride con il caos della più grande metropoli italiana e che avrei accostato di più ad un gruppo proveniente da una piccola cittadina sperduta chissà dove... E ritengo che questo sia un altro punto a favore dei Dead Bouquet, quello, cioè, di riuscire anche a disorientare e stupire un po' l'ascoltatore. Unica pecca del lavoro è, forse, la poca personalità e sperimentazione nelle sonorità, che sembrano guardare troppo agli anni novanta e subirne gli influssi. Malgrado questo, i Dead Bouquet restano un gruppo da tenere fortemente d'occhio, nella speranza che, dopo questo più che convincente disco d'esordio, riescano a sviluppare il loro sound in un modo ancora più personale e fresco. (Elena Rizzi)