ILLACRIMO  "iLLacrimo"
   (2015 )

iLLacrimo. Senza leggere niente riguardo questa band, provo a farmi un’idea di quanto sto per ascoltare basandomi unicamente sul certamente non banale nome. Particolare che porta subito alla mente l’ambiente gothic rock, sottogenere di quel più ampio mondo chiamato alternative rock. Precisiamo! Parlare di alternative rock è come parlare di un po' di tutto e un po' di niente, siamo di fronte ad una band alternative quando questa cerca di spaziare le proprie composizioni in campi diversi dal rock classico, ricercando suoni spesso tendenti ad altri generi, come l’indie, il punk, e tutto quello che vi viene in mente. Il goth rock richiede una specifica ulteriore. Spesso collegato a suoni più tetri (basti ricordare i Bauhaus), deve il suo nome principalmente al sound spesso malinconico e cupo, a testi molto emotivi ed espressivi, e (perché no..) allo stile degli artisti. Dopo essermi fatto questa ed altre idee mi appresto all’ascolto dell’EP di debutto della band, sperando di non essermi discostato troppo col pensiero da quello che realmente rappresentano gli iLLacrimo sulla scena musicale… Mezz’ora dopo mi scopro positivamente sorpreso! La band si presenta, esteticamente parlando, come mi aspettavo, cioè con uno stile molto vicino al goth che rimanda inevitabilmente all’abbigliamento tipico dei Lacuna Coil e gruppi similari. È a proposito della musica che la realtà si discosta da quanto immaginato. L’EP contiene 5 tracce di cui 4 in inglese e una soltanto in italiano. Solitamente non apprezzo l’eccessivo utilizzo dell'idioma anglosassone da parte di un gruppo nazionale ma c’è da dire, a difesa degli iLLacrimo, che questo genere musicale poco si presta ad interpretazioni nostrane, cosa che comunque questi ragazzi, nel loro piccolo, dimostrano di essere in grado di fare. Il lavoro della band si apre con “Burning Fields”, brano dal piglio deciso, con riff di chitarra e batteria ed un sound molto aggressivo. Come d’altra parte tutte le tracce, “Burning Fields” lascia molto spazio alla parte vocale, veramente emozionante (soprattutto nel chorus), per esplodere nel finale con un outro molto potente e ricco di stacchi, pause, riprese ed armonizzazioni a cui tutti i componenti danno il loro contributo. Il secondo brano, “1000 Reasons To?”, ci immerge da subito in un’atmosfera sognante e malinconica con una bellissima intro di piano. La traccia si protrae per più di metà composizione lasciandoci cullare unicamente da un efficace pianoforte e dalla meravigliosa (perché così è) voce di Federica Sara Falletta, capace di emozionare grazie alle sue doti canore. La canzone è un’ottima apertura, si presenta come un crescendo, giungendo negli ultimi 2 minuti nell’espressione completa del gruppo, tutto unito per concludere la traccia. “No Longer”, fra tutte, è forse la composizione che mi ha interessato minormente. Arriviamo dunque alla chiusura dell’EP. Queste due canzoni rappresentano a pieno, secondo me, gli iLLacrimo: “Chains In The Cold” è indubbiamente la composizione più aggressiva dell’EP. Un suono cupo e graffiante, dove non si risparmia distorsione agli strumenti, avvicinandosi molto ad alcuni successi di gruppi internazionali come gli Evanescence, dove anche la linea vocale presenta un “atteggiamento” direi quasi rabbioso. Proprio questa traccia entra leggermente in collisione con il perfetto finale, ossia il brano di chiusura. “Non Credi” non solo è l’unica traccia italiana, ma è pure una delle migliori composizioni della band. Con un pianoforte che ricorda inevitabilmente i sopracitati Evanescence (“My Immortal”), gli iLLacrimo aprono la canzone che lascia spazio a tutto il loro potenziale. Lascio però a voi il dovere di giudicarne la bellezza, dalla voce estremamente powerful (per dirla all’inglese), all’assolo molto ben costruito ed espressivo. Ed è con questo compito che vi saluto, consigliandovi caldamente l’ascolto di una band molto matura, capace di stupire e di interpretare un genere musicale spesso trascurato nel panorama italiano. (Bluff)