THE SUPERSONIC HEROES  "Matryoshka"
   (2016 )

Sebbene non esaltato a dovere da una produzione che a tratti ne soffoca l’evidente estrosità, “Matryoshka”, debutto del trio catanese The Supersonic Heroes, riserva comunque più di una gradita sorpresa e non lesina spunti di sicuro interesse. Se la matrice facilmente riconoscibile è il brit-pop di seconda generazione, è tuttavia innegabile la capacità della band di iniettare una buona dose di misurata follia in queste dodici tracce vitali e concise, figlie di un approccio alla materia sufficientemente personale per destare curiosità già in prima battuta. Rimarchevoli per imprevedibilità, i brani sciorinano l’intero campionario di inglesità che si conviene, offrendo musica disimpegnata e spedita, imperniata sul ritmo e sugli incastri di armonie tipicamente albioniche: se l’apertura è affidata ad una “Something new” che ricorda i nostrani Matinée più dei Franz Ferdinand stessi, il prosieguo ingarbuglia la matassa impastando Mumford & Sons e Pulp (“Isabelle”), Beatles e Kinks (“Bratislava”), fino a deflagrare nel bell’intreccio baggy di una “Space queen” finalmente equilibrata in sonorità e dinamiche. Senza smarrire ispirazione né verve, il trio assesta l’up-tempo assassino di “Everybody look at me” e l’ingorgo bislacco à la Dandy Warhols di “I’m not a friend” prima di vibrare lo spettacolare fendente di una “We are not the A.M.” che gioca con sbracate urla pistolsiane tra un basso à la Stranglers e riff acidi di chitarra. Da qui in avanti l’album assume sembianze differenti, raggomitolandosi su atmosfere più introspettive, virando sì verso una riflessività ammorbidita, ma regalando ancora il chorus imperioso di “Cup of sand” e la scintillante, palpabile eco smithsiana inconfondibile nel groove pungente di “On the top” come nella sfavillante chiusura di “Waiting for the morning”. Band le cui potenzialità a livello di scrittura emergono con palese chiarezza in un album variegato e ricco di trame intriganti, The Supersonic Heroes dovrebbero forse avvalersi di un più coraggioso lavoro sui suoni per dispiegare appieno un potenziale decisamente invidiabile e valorizzare al meglio brani dall’appeal contagioso. (Manuel Maverna)