AFTERHOURS  "Ballate per piccole iene"
   (2005 )

E’ un disco cattivo il sesto degli Afterhours: violento, mordace e spietato. Ognuna delle sue dieci ballate è un morso alla carne flaccida dei mediocri, un graffio sulla faccia tosta degli opportunisti, un rigagnolo di sangue al posto della lacrima di un depresso, un brindisi con il sangue di Giuda di un traditore. Grazie alla co-produzione di Greg Dulli (Afghan Whigs) e ai mixaggi di John Parish, ma non solo, la band milanese smette di sbirciare da dentro le sbarre della gabbia del rock italiano per avventurarsi nella giungla della vita vera. Il loro tentativo di fare un album che potesse parlare universalmente alle anime perse è riuscito. Il merito e la lode vanno riconosciuti a Manuel, capace di dosare le sue invettive con una metrica meticolosa, che affonda nella pelle come un dente affilato e molto avvelenato. La stessa puntualità scandisce anche i suoni su cui poggiano i versi, nella volontà esplicita di rispettare i canoni del rock classico, libero da sperimentalismi forzati. Del disco è attesa anche una versione speculare in inglese. (Ilaria Amato)