ANDI OTTO  "Via"
   (2017 )

Il produttore tedesco Andi Otto ci propone il suo quarto lavoro "Via", un lungo viaggio mentale rigorosamente downtempo, ottimo per guidare verso mete lontane, o da ascoltare nei club di musica elettronica, o in spiaggia aspettando di salutare il sole. Sono stati campionati suoni provenienti dagli strumenti etnici della musica indiana e gli elementi orientali vengono ben valorizzati, come l'utilizzo da parte di una delle voci femminili campionate, dei microtoni (in "Bangalore Whisper", pezzo d'apertura) ossia delle note utilizzate solo ad est, che hanno intervalli inferiori al semitono, che alle orecchie occidentali possono apparire come stecche, ma in realtà sono contemplate nella musica indiana. La voce inoltre utilizza la tecnica dello scat, improvvisazione ritmica sillabica (nota in Italia praticamente per Lucio Dalla), che ritorna anche nel pezzo di chiusura "Via". Il tutto sostenuto da percussioni elettroniche trascinanti, che sono presenti in tutti i brani. In "Everybody needs a modular kraut session" è presente un loop di synth basso che ricorda il mitico Moog, ma dalle informazioni ci risulta che Andi Otto abbia utilizzato un sintetizzatore modulare costruito direttamente da lui, affiancato poi ad un Roland System 100. Nello scorrere della traccia gradualmente vengono aggiunti diversi suoni, e verso la fine si può apprezzare anche il salterio. "Dharti Cash Puke" e "Zindagi Club High" spingono verso il trip hop. "Roots in the air"contiene una voce che sembra provenire da un musical di Bollywood, e c'è un suono percussivo che (sicuramente per caso) assomiglia ad un suono presente in "Alba a quattro corsie" dei Subsonica, rimarcando però di fatto l'elemento trip. Nella breve "Dharti Echo" si possono ascoltare campionamenti di darbuka, mentre in "Bandini Beach" scale discendenti di salterio ci trascinano inaspettatamente in un'atmosfera cinematografica con una voce femminile che sembra uscita da una colonna sonora di Morricone per Sergio Leone; diventa gradualmente protagonista un fiato molto nasale sconosciuto a chi scrive, ma molto simile al pungi (quel particolare clarinetto noto per essere utilizzato dagli incantatori di serpenti). Il "Dub for Ian Waterman" presenta un loop molto soft che crea un clima onirico anche se statico, e in "Via" c'è un vocoder che segue la ritmica del basso sintetico a onda quadra, e suoni elettronici percussivi simili al triangolo e ai legnetti, che poi chiudono il pezzo e l'intero viaggio. Questo lavoro è apprezzabile bevendo un aperitivo in un lounge club, ma anche a casa propria con un bell'impianto, prestando attenzione a tutti i dettagli che Andi Otto ha disseminato in queste tracce. (Gilberto Ongaro)