GRANADA  "Silence gets louder"
   (2017 )

Giunta al primo Lp, dopo l'Ep di debutto del 2012 "No way out", i Granada pubblicano "Silence gets louder", uscito il 26 aprile 2017. La band romana propone un album indie rock che naviga molto sulle acque new wave, complice la presenza pressoché incessante di riverbero nelle chitarre di quasi tutte le canzoni, e l'uso di accordi spesso aperti come in "Siren", che è un esempio chiaro di questo pop impalpabile. I primi tre brani sono collegati in un unico flusso sonoro senza pause. L'intro omonimo dell'album è costituito da un accordo statico circondato da loop elettronici, che ricordano un macchinario che sta per partire. L'accordo fisso continua nell'inizio del secondo brano "Smile", dove fa capolino la voce: "Open up your heart", e poi il battito della grancassa della batteria. Da qui in poi il sound è definito, basso distorto dal suono pieno e chitarra che all'accompagnamento ritmico costante predilige singole note sostenute dal delay e i giochi col feedback. Le melodie cantate non sono molto incisive da sole, la forza è invece garantita dall'impatto sonoro complessivo della band. "Breakthrough", terzo brano del trittico iniziale, accelera la velocità ma non modifica sostanzialmente l'intenzione. "Angel" ripropone questa formula di basso distorto e piccoli arpeggi di chitarra, ma il giro armonico scelto rende la canzone più fruibile da un pubblico pop. "The sky is falling in" compie un passo avanti. Ci sono i riverberi, che però qui danno più un impressione da ambient canadese rispetto alla new wave finora ascoltata. L'emozionalità inizia a salire, grazie anche agli appoggi di pianoforte presenti nel ritornello. Questo brano ricorda quel pop rock dolcemente malinconico dei primi anni '00, sensazione rimarcata dall'assolo di chitarra non virtuosistico ma molto viscerale, di quelli che sembravano aprire il nuovo millennio. All'assolo si affianca anche la voce, che nel modo di cantare e di ripetere "around" ricorda il Chris Martin di "Yellow" o di "In my place". Il brano dal più forte impatto emotivo è il successivo "Feel the breeze", con un ritornello da accendini accesi e mani alzate. In "Miracles" si torna un po' al sound dei primi brani, con la chitarra che opta per un palm muting su un suono croccante. Il testo si ricollega al concetto del titolo dell'album: "Silence gets louder as I go home". Continua l'utilizzo di effetti quali il tremolo, e l'album si chiude con una ballata dove torna il pianoforte: "I can take care of you", che rivela una certa capacità di suonare e cantare in maniera elegante. A metà brano tornano batteria basso e chitarra, arricchendo in maniera gentile l'atmosfera creata all'inizio, senza guastarla. In conclusione, "Silence gets louder" è un album che dirotta le sonorità new wave e indie rock all'interno di un mainstream pop, apprezzabile da una larga fetta di pubblico. (Gilberto Ongaro)